giovedì 14 febbraio 2013

Davanti alla Sindone

Qualche settimana fa ho comprato per me e per un'amica due ciondoli con l'immagine del volto della Sindone così come appare nei primi negativi realizzati a fine Ottocento: non che sia del tutto certa della sua autenticità, di cui ho invece molti dubbi da quando la vidi con i miei occhi nel 2010 (per inciso le persone risorte sono state solo due, e se il telo di Gesù è devotamente custodito a Torino, che fine ha fatto l'altro di sua madre?). Il motivo è ben diverso: il Salvatore ci ha resi fratelli suoi, ma non ne abbiamo nessun ricordo che non sia sotto forma di icona: nessuno, per quel che sappiamo, si è mai preso la briga di fargli il ritratto, e oggi quel lenzuolo funebre può essere l'unica immagine credibile che abbiamo di un fratello che non vediamo da venti secoli: come un'istantanea scattata nel momento peggiore,ma se c'è anche una minima possibilità che il telo sia autentico, allora vale la pena di osservarlo e lasciare i dubbi da parte.


Dico questo per fare appello ai mei concittadini, e a chiunque si imbatte in quell'ormai celebre negativo, di finirla una buona volta con le sceneggiate lugubri e i santini pietosi che fanno solo girare l'immaginazione a vuoto ed esaltano la stupidità e la violenza umana anzichè la potenza di Dio: tra questo http://www.artinvest2000.com/masaccio_crocifissione-big.htm e questo http://www.ibiblio.org/wm/paint/auth/grunewald/crucifixion/crucifixion.jpg c'è una differenza che va ben oltre lo stile. Quando Dio fece l'uomo a sua immagine, lo fece pieno di alute e di vitalità e tale doveva sembrare suo Figlio quando girava in compagnia dei bevitori, facendo vita di strada senza prendersi mai neanche un raffreddore (lo diranno più tardi gli amici: quando mai ti abbiamo visto malato, da doverti visitare?): un personaggio non comune, se fece impressione anche a quello zotico del governatore. Quella è l'immagine cui la gente dovrebbe tendere, invece di lasciarsi trarre in inganno dalle fantasie malate del proprio inconscio.

Anche l'uomo della Sindone, benchè segnato da mille percosse, non presenta smorfie o contratture e non dà segno di essere esausto: al contrrio, quegli occhi chiusi sono molto più incisivi delle facce stordite di tanta gente viva che in quel volto riesce a vedere solo il dolore. Per questo viene il dubbio che quel reperto sia vero, checchè ne dica la scienza ufficiale: per comprendere il suo vero significato gli studi non servono, basta osservare l'immagine di quel nostro ratello (chiunque egli sia realmente) senza pregiudizi e senza smancerie, venerando l'immagine di Dio e non la debolezza dell'uomo.

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