Si fa presto a dire Misericordia, a inventarsi e diffondere una devozione ad hoc come se fosse qualcosa a sè stante, una variante cristiana della Fata Turchina. In realtà la misericordia di Dio ha i suoi agenti che il più delle volte non sanno di esserlo: passa attraverso tante mani.
Se penso al suo intervento nella mia vita mi vengono in mente tante persone: rivedo una delle mie maestre d'asilo, una vecchina dal velo nero che visse quasi cent'anni contro ogni previsione. Fu la seconda persona a trattarmi con l'affetto che ogni bambino dovrebbe avere (la prima era insana di mente).
Vedo tutti gli anni in cui ho vissuto come una sguattera e nessuno ha avuto compassione di me, e mi domando dove fosse andata a nascondersi quella Misericordia personificata di cui il vescovo di Roma parla tanto.
Però poi vedo anche le due liste opposte di studenti che mi hanno accolto anche se non ero dei "loro" quando ormai avevo perso ogni interesse e un po' per volta mi hanno riportato nel mondo dei vivi, forse senza rendersi neanche conto di quanto bene mi abbia fatto la loro compagnia.
Vedo quel signore della buona società che mi assunse cinque anni fa nel giorno di san Nicola (che penso proprio ci abbia messo le mani, perchè per quel lavoro ero la persona più negata di tutto il Piemonte) e che poi mi ha aiutato a studiare.
Adesso, dopo l'ennesimo annus horribilis di cui ormai ho perso il conto, il buon Dio mi ha voluto mandare due persone: la prima è una straniera dalla pazienza infinita che mi ha aiutato a riavere una vita normale e che a sua volta ha urgente bisogno di cure mediche; l'altro guida la lista che mancava sempre all'appello, quella di cui tutti parlavano male e a cui non era stato dato un solo metro quadro dove farsi conoscere e dimostrare la propria innocenza: solo ora scopro che quello doveva essere il mio posto da oltre dieci anni, guardo le mani della misericordia e vedo che stavolta somigliano alle mie, perchè tutto il bene che ho avuto ora lo posso restituire.