sabato 5 dicembre 2009

La vera storia di Babbo Natale (Santa Claus)

San Nicola era nato a Patara in Licia, una provincia nel sud dell'Asia minore. Mira, città di cui il Santo divenne vescovo, era la capitale della provincia e sede episcopale fondata da S. Nicandro. I dati biografici più accreditati, tramandatici dalla Chiesa greca, riportano che il Santo fu imprigionato e perseguitato sotto Diocleziano. Vent'anni dopo la prigionia, partecipò al Concilio di Nicea, unendo la sua voce alla condanna dell'eresia ariana. Le informazioni storiche tramandano inoltre che morì a Mira, nella cui cattedrale fu tumulato.

A questi fatti "storici", è andata associandosi nel corso dei secoli una vastissima letteratura tradizionale, della quale riportiamo qui alcune parti significative e popolari.

Nicola ricevette un'educazione di alto livello da genitori pii e virtuosi, che lo iniziarono alla lettura delle Sacre Scritture sin dall'età di 5 anni. Morirono quando Nicola era ancora giovane, lasciandogli in eredità una discreta fortuna, che il santo decise di destinare ad opere di carità. L'occasione per tale gesto giunse ben presto: un cittadino di Patara aveva perduto ogni suo avere, e le sue tre figlie, prive di dote, non potevano trovare marito. Nella disperazione, il padre stava per votarle ad una vita disonorevole. Avendo udito ciò, Nicola prese una borsa d'oro e la gettò nottetempo attraverso la finestra della casa dell'uomo. Tale somma fu usata come dote per la figlia maggiore, che si sposò ben presto. Nicola si comportò ugualmente per le altre due figlie; venne scoperto dal padre, che usò espressioni di immensa gratitudine verso il benefattore.

Tutte le tradizioni sono concordi sul fatto che San Nicola fu tumulato nella città di Mira. Due secoli dopo, durante il regno di Giustiniano, una chiesa fu edificata sopra la sua tomba, le cui rovine furono rinvenute nel XIX secolo. La enorme popolarità del santo di Mira è bene espressa da un anonimo autore del X secolo, che dichiara: "...l'oriente e l'occidente lo acclamano. In ogni luogo abitato, campagne e città, isole e villaggi, agli estremi confini della terra, il suo nome è riverito e chiese sono edificate in suo onore".Nel 1034 Mira fu occupata dai saraceni e i cittadini di Bari trafugarono le reliquie del santo, che erano ancora in custodia di greci cristiani sotto il dominio musulmano. Ciò avvenne nel 1087: una grande basilica venne successivamente edificata nella città per accogliere le reliquie del Santo.

venerdì 13 novembre 2009

Lettera aperta a Maria Stella Gelmini

«Neppure un giorno a casa», promette sorridendo il ministro Mariastella Gelmini, annunciando la sua prossima maternità. È la tendenza fra le nuove madri professioniste o dirigenti, superimpegnate in un lavoro che le appassiona, e in grado di pagare le migliori tate: «Neppure un giorno a casa». Libere di fare come preferiscono. Tuttavia, però, vorremmo solo dire a queste donne, in amicizia, una cosa: vi perdete, in quest’ansia di tornare a "produrre", qualcosa di molto grande. Vi perdete le vostre ore più belle. È un privilegio ormai, in questi tempi di precariato, potersi concedere di fermarsi per un figlio. È quasi un lusso. Ma a mia figlia, quando sarà grande, direi: prenditi tutto il tempo che puoi, consuma questi giorni in pace. Guardati, abbracciati il tuo bambino. Queste ore non torneranno.

Prenditi il tempo di stringertelo addosso: guarda come istintivamente ti si rannicchia fra le braccia, cercando ancora l’eco del battito del tuo cuore. Guardalo, e lasciati riempire di stupore: nove mesi fa non c’era, e ora è un uomo. Non è sbalorditivo? Germinato da un seme invisibile. Perfetto, e sì che tu di lui non avresti saputo fare neanche un capello. Trattieni il fiato: quel tuo figlio fra le braccia, è un mistero.

Annusalo: sa di latte, di cucciolo. Ma già fra pochi giorni il suo sguardo si illuminerà incontrando i tuoi occhi. Non lasciarti rubare quello sguardo da nessuno. Niente vale quel suo primo riconoscerti, quel tacito dirti: eri tu, quel buio morbido che mi abbracciava.
Guardalo. Guardagli le mani, così incredibilmente piccole; e senti come afferra e stringe forte il tuo dito, come ci si avvinghia. Impara come lo calma la tua voce, e come la ninna nanna che ti cantava tua madre, trent’anni dopo, naturalmente ti torna alla memoria.

Guardalo ancora. A chi somiglia? Ritrovargli negli occhi lo stesso cipiglio di tuo padre, o nei capelli il rosso fulvo di un nonno che neanche hai conosciuto. I geni che arcanamente si declinano, memori, nel tuo bambino. E lui, lui che – è straordinario – è te, e insieme l’uomo che ami.
Piange. Ha fame a tutte le ore. Ti avranno detto: un figlio, che fatica. Ti avranno detto delle notti in bianco. Vero, ma non si parla mai del resto: di cos’è, di quanto è grande stringersi addosso questo piccolo straniero. Se la fa addosso, urla, ha bisogno di tutto. Ma te ne innamorerai pazzamente. Non perdere i primi giorni di un grande amore.

Succhia, avido, e poi crolla addormentato. Tientelo stretto ancora un momento. Fermati a scoprire con meraviglia che ogni uomo al mondo è stato, un giorno, come tuo figlio stanotte: un bambino inerme fra le braccia di una donna. Ognuno, pensa: tutti i guerrieri e tutti i soldati, e gli assassini e gli eroi, tutti i morti di tutte le guerre del mondo sono stati, un giorno, uguali a tuo figlio stanotte: come lui innocenti, come lui abbandonati. Se lo capisci, non guardi più agli altri come prima. Sei quasi sottilmente cambiata. È un’altra donna, quella che incroci allo specchio con quel neonato fra le braccia. Come avendo per un istante sperimentato cos’è, la misericordia; che vuol dire, in ebraico, "amare con viscere materne".

Gusta gli attimi, non avere fretta, contempla ciò che ti è accaduto. Hai avuto un dono. Esserne felice è già il principio di una gratitudine. (E chi è grato, è lieto).

Questo dirò a mia figlia, quando sarà grande. Le dirò che il lavoro è una cosa bellissima, è una cosa importante. Ma non lo è tanto da rinunciare ai primi mesi con tuo figlio. Sono tuoi, ti appartengono. Sono un privilegio – sì, privilegio, anche se oggi non si usa dirlo – delle donne: la straordinaria gioia di mettere al mondo, dalla propria carne, noi capaci di nulla, un uomo.
Signora ministro, auguri. Se lo goda almeno un po’, il suo bambino. Tutto, di fronte a lui, può attendere. Non si perda l’inizio di un grande amore.
Avvenire, 12 novembre 2009

venerdì 30 ottobre 2009

Cristalloterapia per bambini: l'ambra

Quando spuntano i primi denti, il bambino sente spesso un forte dolore. Gli fanno male i denti o il palato. Spesso le gengive sono ferite. In questi casi il bambino può portare una collana d’ambra o masticare una radice d’iris, a loro modo queste due rimedi leniscono il dolore.

Il nome ambra etimologicamente deriva dall’arabo Anbar che, inizialmente, indicava una sostanza prodotta dallo stomaco del capodoglio, la quale non ha alcuna affinità con l’ambra se non per il peso. In realtà essa è una resina, originata dalle secrezioni di piante appartenenti a specie ormai estinte, che hanno subito un processo di fossilizzazione. I greci la chiamavano electron (elektron) per la propriètà di accumulare elettricità statica per mezzo di uno sfregamento, mentre Plinio il Vecchio chiamava l’ambra succinum dal latino succus: succo di pianta.

L’ambra viene utilizzata nella cristallo-terapia per curare diversi disturbi, come: le allergie agli animali, al fieno, al polline. Allevia il dolore dei bambini piccoli che mettono i primi denti, e agli adulti che fanno devitalizzare un dente, e calma le infiammazioni della bocca in generale. Si dice sia utile contro i reumatismi e i dolori alla schiena. Viene utilizzata come disinfiammante, soprattutto nelle malattie legate al raffreddore, alle infiammazioni della gola e dei polmoni, alla bronchite, e allevia i problemi legati all’asma. Utile nei casi di disturbi allo stomaco, alla milza e ai reni, l’ambra stimola anche le funzioni del fegato e della tiroide. Aiuta ad aumentare l’auto guarigione di piccole ferite o ematomi. Si pensa che abbia effetti positivi anche dal punto di vista psicologico aumentando la capacità decisionale e aiutando in caso di depressione o tensione. Dà fiducia e ottimismo.
Oltre agli effetti sul corpo e sulla psiche i manuali di cristallo-terapia riportano anche notizie sugli effetti dell’ambra sull’attività mentale: stimolando l’elasticità mentale e la creatività. Conferisce miglioramento alla propria capacità di realizzazione e questo aiuta la persona a essere maggiormente motivata. Effetti si hanno anche sulla spiritualità: l’ambra dona solarità, calore, ottimismo, apertura alla vita, favorisce fluidità e spontaneità.

L’ambra non emette una forte energia terapeutica, anche se ha la capacità di assorbire o di risucchiare il disagio del corpo, infatti viene utilizzata solitamente con un quarzo per aumentarne le proprietà. Ha il potere di scaricare il dolore e di assorbire le negatività come una spugna.
Spesso, dopo il trattamento, si opacizza ed è necessario pulirla molto bene dopo ogni applicazione e lasciarla riposare per recuperarne la purezza.

Va posta sul plesso solare, ma si può utilizzare per qualunque parte del corpo. Le sue qualità si amplificano esponendola al sole.

Le collane d’ambra sono amuleti molto potenti contro le negatività, efficaci nella protezione dei bambini, specie a salvaguardia della loro salute.
Ponete un pezzo d’ambra nella loro stanza da letto.
Un pezzo d’ambra tenuto in mano riduce la febbre.
Da usare nella vasca da bagno come stimolante.
Un pizzico di polvere d’ambra aggiunto a qualunque incenso, ne esalta l’efficacia

Per farla indossare ai bambini procurarsi una collanina con piccole pietruzze di ambra da tenere sempre al collo del bambino, sopra o sotto i vestiti. Assicuratevi che sia di ambra purissima e non di qualche suo surrogato, ve ne accorgerete perchè l’ambra vera non è proprio economica.

da www.ambradeibimbi.com

S. Gabriele in una favola islamica

"Il quinto paradiso:

il giardino della bellezza e della felicità"

(da "Angeli svelati")

Il Profeta (saws) viaggiò per cinquecentomila anni luce, dopo i quali giunse al quinto paradiso che viene chiamato il Giardino della Bellezza e Felicità (jannat al-naim). La sua porta è fatta di un misto d'oro e argento del paradiso. Gabriele bussò alla porta e una voce chiese, "Chi è?"

"Gabriele, che porta il Profeta Muhammad."

"E' stato mandato a chiamare?"

"Sì."

"Benvenuto, Oh Amato, al quinto paradiso!"

La porta si aprì e il Profeta (saws) vide cinque belle signore la cui luce radiosa trai loro servitori le faceva sembrare come circondate da diamanti e perle. Il suo cuore fu spinto verso di loro. Chiese a Gabriele, " Chi sono queste signore?"

Lui rispose, "Questa è Eva, la madre dell'umanità. Questa è la Vergine Maria, la madre di Gesù. Questa è la madre di Mosè, Yukabid. E questa è Asiya, la moglie del Faraone." La quinta signora sembrava un sole tra le stelle. La sua luce brillava sul resto degli abitanti del quinto paradiso come una brezza gentile che accarezza le foglie dell'albero. Gabriele disse, "Questo è un angelo che rappresenta tua figlia Fatima, Oh Profeta!"

Il Profeta (saws) chiese, "Gabriele, qual'è il segreto di questo paradiso?"

Gabriele disse, "Dio creò questo paradiso per riflettere la bellezza e la perfezione delle donne. La luce di questo paradiso è la sorgente delle luci angeliche di tutte le donne sulla terra. Le donne sono state create per portare il segreto della creazione in loro stesse. Dio le ha onorate enormemente facendo dei loro ventri, ricettacoli della Sua parola che rappresenta lo spirito. Ha osservato il luogo più sacro e quì ha fatto scendere la Sua Misericordia e le benedizioni. Ha perfezionato questo luogo e lo ha coperto di tre strati per difenderlo da ogni danno. Il primo è uno strato di luce; il secondo, uno strato d'amore; il terzo, uno strato di bellezza. Quì Egli modellò e creò l'essere umano a Sua somiglianza, come disse il Profeta (saws) , 'Dio creò Adamo a Sua somiglianza.' Egli ordinò agli angeli del ventre di perfezionare la Sua creazione dando al bambino vita, bellezza, salute, intelligenza e ogni altro attributo di perfezione che farà di ciascuno un essere unico tra gli esseri umani.

"Le donne non sono create più deboli, ma più generose degli uomini. Sono create più belle e meno feroci, visto che la bellezza detesta ferire e danneggiare gli altri. Questo è il motivo per cui sembrano deboli alla gente, ma in realtà non lo sono. Gli angeli sono le creature più forti. Le donne sono più vicine alla natura angelica degli uomini, poiché sono più pronte degli uomini a portare la luce angelica." Sono l'agire bene e le buone azioni della spiritualità che loro portano che le rendono meno vigorose degli uomini. Anche fisicamente, tuttavia, sono estremamente forti. Sopportano grandi carichi nel loro corpo senza cedere con lo scopo di partorire e affrontano le condizioni fisiche più terribili con più successo degli uomini perché Dio le ha rafforzate per assicurare la sopravvivenza delle generazioni.

"Dio ha dato alle donne cinque qualità angeliche che gli uomini possiedono raramente. Sono la sorgente della pace, come Dio dice di averle create ' Affinchè tu possa trovare riposo in loro' (30:21). Questo è l'attributo del primo paradiso che è chiamatao 'la Dimora della Pace'. Sono oasi di costanza in mezzo al caos e al cambiamento. Questo è il motivo per cui esse danno la vita. La madre alleva e protegge il bambino in modo più affidabile del padre. Questo è l'attributo del secondo paradiso che viene chiamato 'la Dimora della Costanza'. Perpetuano le generazioni. Attraverso la loro progenie Dio crea i profeti angelici e i santi che stabiliscono il Suo ricordo perpetuo sulla terra, così come gli angeli fanno in cielo. Questo è l'attributo del terzo paradiso che viene chiamato 'la Dimora dell'Eternità'. Sono generose e benefiche. Sono descritte come 'una terra fertile' in tutte le scritture perché danno ogni cosa senza chiederne conto, persino la vita. Sacrificano loro stesse per un'altra creazione, e questo è l'attributo del quarto paradiso che viene chiamato 'il Giardino della Protezione'. Infine, sono la sorgente della bellezza. Attraverso la loro delicatezza e finezza, Dio ha coronato la terra con il diadema della grazia angelica. Questo è l'attributo del quinto paradiso che viene chiamato 'il Giardino della Bellezza'."

(estratto da 'Angels Unveiled', Sheikh Hisham Kabbani)

Fitoterapia per bambini

Chiariamo subito che è opportuno rivolgersi al medico ogniqualvolta il proprio figlio presenti problemi di salute; tuttavia vi sono diverse occasioni in cui si può affrontare un disturbo con l'ausilio della fitoterapia, sia da sola sia in associazione alle terapie mediche, alle quali può fare da supporto; la sinergia con le terapie farmacologiche permette in certi casi un uso più limitato dei farmaci, sempre con il conforto e il consenso del medico


La sola fitoterapia talvolta può essere sufficiente a portare a risoluzione piccole patologie, disturbi, o situazioni sgradevoli, che non richiedono l'uso di farmaci; altre volte ha un ruolo specifico, oltre che per ridurre al minimo l'uso di farmaci che, lo sappiamo bene, presentano sempre controindicazioni, anche per rendere i bambini più forti e meno esposti alle infezioni o alle ricadute.



L'età nella quale è opportuno avvalersi della fitoterapia generalmente va dai tre anni in su, salvo poche situazioni che specificheremo nel seguito, poiché non ci sono ancora studi sufficienti a consigliarne un utilizzo veramente sicuro nella primissima infanzia.


Solo per quanto riguarda la pelle, la cosmetica fitoterapica ha messo a punto molti preparati per uso esterno a base di piante, che si possono utilmente adoperare per mantenere sana la pelle del nostro bambino, anche neonato, e che aiuteranno a prevenire arrossamenti e irritazioni.



I disturbi più comuni dell'infanzia in questa stagione sono quelli a carico delle vie respiratorie, come raffreddore, influenza, faringite, tonsillite, otite, tosse, bronchite. Oltre a queste patologie, i bambini possono presentare in qualunque stagione manifestazioni allergiche come rinite, asma, orticaria, eczemi, oppure problemi intestinali come stitichezza o diarrea, senza contare le malattie esantematiche, cioè le tipiche malattie "infantili", che però ultimamente mostrano una minore frequenza grazie anche all'uso dei vaccini.


Talora i bambini sono inappetenti e gracili, e allora possiamo stimolare il loro appetito, sempre con sostanze naturali, per vederli crescere forti e sani (ma non grassi!), aiutandoli anche ad affrontare più facilmente l'impegno scolastico.


Non pretendiamo naturalmente di risolvere tutti questi problemi solo con la fitoterapia, ma certamente essa potrà essere di valido aiuto e supporto, talvolta anche solo per alleviare i fastidi, i disagi, o il malessere che ha colpito il bambino, e già questo costituirebbe un buon traguardo.



Vorrei sottolineare che l'ambiente familiare è molto importante quando il bambino è malato: se i familiari, e soprattutto la madre, mostrano serenità e non ansia nell'affrontare il periodo di fragilità del bimbo, l'esito del trattamento, sia medico che fitoterapico, sarà senza dubbio più valido ed immediato.


Le madri saranno sicuramente meno ansiose, se saranno messe in grado di intervenire prontamente con qualche utile rimedio, all'apparire dei primi sintomi del disturbo, anche in attesa che il medico sia disponibile. Vediamo quindi come si può intervenire nei vari casi.



In presenza di un problema legato all'apparato respiratorio in natura troviamo numerose sostanze utili. La prima è sicuramente la Propoli, prodotta dalle api dalla rielaborazione della resina di alcuni alberi, a cui vengono attribuite, e riconosciute dalla moderna fitoterapia, proprietà antivirali e antibatteriche.


Si può reperire la Propoli in diverse preparazioni, gradevoli e quindi adatte ai bambini, come sciroppi, pastiglie e caramelle da succhiare, gocce, spray nasali, olii, che si possono utilizzare ai primi sintomi, e in seguito anche in associazione ad eventuali cure farmacologiche.


La Propoli può essere utilizzata anche come prevenzione; infatti, se nel periodo freddo, quando il bambino frequenta luoghi affollati in cui può essere esposto al contagio, come la scuola o la palestra, gli somministriamo un preparato a base di Propoli con una certa regolarità, è molto probabile che i microbi non riescano ad insediarsi nel suo organismo e a scatenare la malattia.


Ma se questo avviene, l'uso della Propoli, soprattutto se associata a piante disinfettanti, balsamiche,espettoranti, antinfiammatorie, febbrifughe, decongestionanti, come il Timo, l'Eucalipto, la Grindelia, il Mirto, l'Elicriso, la Piantàggine, il Ribes nero, il Sàlice, l'Amamelide, contribuirà ad alleviare i fastidi correlati al disturbo, come il naso chiuso, la tosse, il catarro, gli indolenzimenti articolari, il mal d'orecchio (olio di Propoli tiepido instillato nel dotto auricolare esterno, ma solo se non si sospetta una perforazione del timpano), o una lieve alterazione febbrile, e ad accelerare e favorire la guarigione.



Anche la Rosa canina e l'Acerola possono essere un valido supporto, per il loro notevole contenuto in vitamina C che stimola le difese immunitarie.



Per potenziare il sistema immunitario contro le infezioni utilizzeremo in modo particolare l'Echinacea, che viene proposta con lo scopo di potenziare le difese dell'organismo come profilassi degli stati infettivi, e per accelerarne la risoluzione, riducendo anche la sintomatologia per le sue proprietà antinfiammatorie.


L'Echinacea infatti è capace di stimolare la produzione e l'efficienza degli anticorpi, e dei macròfagi, che sono le cellule specializzate nella difesa dell'organismo dagli attacchi di virus e batteri, che essi fagòcitanodistruggendoli.



L'Echinacea è consigliata per i bambini con una somministrazione regolare durante l'autunno e l'inverno, a cicli di 15 giorni al mese, per due mesi, a dosaggi adeguati all'età. Il trattamento può essere ripetuto dopo un intervallo di un mese.



A proposito dei dosaggi, vi ricordo che nel nostro sito i prodotti riportano le indicazioni d'uso, le dosi e, quando ve ne sia l'esigenza, il momento in cui somministrare la specialità scelta.



Le erbe balsamiche, supportate da un uso periodico degli oligoelementi specifici, potranno alleviare anche i fastidi derivanti da riniti allergiche e asma, e potranno utilmente accompagnare l'indispensabile terapia medica.


Uno spray nasale a base di soluzione salina fisiologica, associata a Propoli ed erbe balsamiche, lenitive e delicatamente decongestionanti, potrà contribuire a mantenere il naso libero, senza dover ricorrere troppo spesso ai decongestionanti nasali di sintesi, il cui abuso può causare ipertrofia delle mucose nasali, aggravando il problema.


Mantenere il naso libero, sia in caso di riniti che di occasionali raffreddori, contribuisce a mantenere in buona salute anche le orecchie, poiché una cattiva respirazione nasale si riflette sull'aerazione delle tube auditive, dette trombe di Eustachio, cioè quei canali che mettono in comunicazione l'orecchio medio col naso-faringe, permettendo l'equilibrio della pressione fra l'aria esterna e l'orecchio medio; in caso di raffreddore è facile che le tube si possano intasare per la formazione di catarro e infettare per l'ingresso di microbi, causando l'otite.


I bambini manifestano talvolta difficoltà nelle funzioni intestinali: la stipsi nell'infanzia costituisce un problema di non facile soluzione che, se non risolto, può cronicizzarsi causando la comparsa di ragadi o piccole emorroidi; queste possono rendere dolorosa l'evacuazione, aggravando ancor di più il problema, poiché il bambino tenderebbe a rimandare l'espletamento della funzione, peggiorando così la situazione. Una circostanza naturale e fisiologica potrebbe perciò diventare un vero "spauracchio".



E' noto che in età pediatrica non è consigliabile utilizzare lassativi drastici, che, oltre ad essere irritanti, indurrebbero una precoce assuefazione, condannando il bambino a diventare un futuro adulto stitico e lassativo-dipendente.


Ovviamente, il primo intervento da attuare è quello di abituare il bambino ad un'alimentazione ricca di fibre, quindi di verdura, frutta, legumi, alimenti integrali, cibi che però non sono sempre accettati, specie se in famiglia gli adulti non ne fanno un uso regolare: gli adulti dovrebbero infatti dare il buon esempio e mostrare un buon gradimento verso questi alimenti così utili e salutari per molti aspetti.


Si deve anche curare che i bimbi bevano acqua in abbondanza, vista la facilità alla sudorazione durante l'attività del gioco, che fa loro consumare molti liquidi, in modo che l'intestino ne abbia a disposizione quantità sufficienti a mantenere le feci idratate e morbide.



Se anche migliorando il regime alimentare con cibi tradizionali la stipsi persiste, possiamo introdurre nella dieta quotidiana i fiocchi di Avena integrali, nel formato mignon che risulta più morbido e gradevole, da utilizzare nel latte, magari insieme ai fiocchi di Mais (corn flakes), o fette biscottate e biscottini, possibilmente integrali, per renderli più graditi.


I fiocchi di Avena si possono miscelare anche alle minestre, o inserire nell'impasto di torte, crostate e biscotti, in modo da variarne l'uso ed evitare che a lungo andare vengano rifiutati.


Si può usare anche l'accorgimento di aggiungere un po' di crusca di Grano all'impasto delle polpette, o nelle minestre, o direttamente sulla pasta al pomodoro insieme al parmigiano, per celarne la presenza se la crusca non fosse troppo gradita.


Se si rendesse necessario un ulteriore aiuto, possiamo preparare una tisana con Malva, Psillio, Melissa eFinocchio (1-2 tazze al giorno), che, agendo da emolliente, rilassante, spasmolitica e carminativa, potrebbe contribuire a risolvere il problema.


Se neppure questo sarà sufficiente, allora dovremo ricorrere ad integratori di fibre prebiotiche mucillaginose, i fruttoligosaccaridi, scegliendo prodotti dal buon sapore, quindi adatti anche ai bambini, che aiutano ad idratare le feci e rendono più facile l'evacuazione; le fibre prebiotiche inoltre alimentano e migliorano la flora batterica, che è importantissima per la salute dell'intestino e per una sua naturale funzione fisiologica.



Se, al contrario, il problema è la diarrea, nel caso sia di origine infettiva naturalmente sarà indispensabile un farmaco specifico consigliato dal medico.


Possiamo però aiutare ugualmente il nostro bambino, oltre che con un'alimentazione appropriata che il medico stesso suggerirà, somministrandogli succo di Mirtillo nero, che agirà da astringente e disinfettante intestinale. Ad esso assoceremo il Polline naturale in granuli, o in compressine masticabili, utile per il benessere intestinale, e ottimi fermenti lattici probiotici, ad alto contenuto di lactobacilli e di bifidobatteri, che arricchendo la flora batterica contribuiranno a riportare l'intestino alla normalità.


Sarà necessario anche curare molto l'idratazione con abbondanti bevande sane e gradevoli, naturalmente non gassate.


In caso di diarrea recidivante bisognerà verificare che non vi siano intolleranze alimentari, ad esempio al lattosio o al glutine, che richiedono particolari indagini mediche.



Alcuni bambini appaiono gracili e inappetenti: in questo caso possiamo stimolare loro l'appetito con la Pappa Reale, utile ricostituente naturale prodotto dalle api, che rafforza anche le difese immunitarie; assoceremo pure il Polline, vera miniera di sostanze utili alla crescita.



Quando si manifestano malattie esantematiche tipiche dell'età infantile, come il morbillo (anche se oggi con le vaccinazioni è sempre meno diffuso) e la varicella, potremo trattare le complicanze aiutandoci con la fitoterapia.



Per la tosse, che spesso si accompagna al morbillo, si possono utilizzare gli stessi ausili coadiuvanti che abbiamo approfondito nell'articolo dello scorso mese, per l'utilizzo in presenza di un'infezione a carico delle vie respiratorie, come uno sciroppo alla Propoli ed erbe balsamiche come Mirto,Eucalipto, Timo, Elicriso e le altre già citate nell'articolo di dicembre, che potranno portare ristoro e sollievo al bambino e contribuiranno a lenire e risolvere la tosse.



Nella varicella il problema più fastidioso è costituito dal prurito provocato dalle crosticine, che si formano sulle vescicole caratteristiche, e che potremo alleviare applicando delicatamente una crema a base di olio essenziale di Melaleuca, o Tea Tree Oil, che ha proprietà antivirali, antibatteriche, lenitive, rinfrescanti e antipruriginose: darà grande sollievo al bambino e potrà anche ridurre il rischi di infezioni che il grattarsi potrebbe causare.


L'olio essenziale di Melaleuca può essere applicato anche sulle vescicole dell'herpes labiale, con delicate toccature locali da effettuare più volte al giorno con un piccolo fiocchetto di cotone leggermente imbevuto (2 gocce) e sempre rinnovato; soprattutto se l'utilizzo avverrà ai primi sintomi della sua comparsa, potrà bloccare l'insorgenza della vescicola o almeno ridurre la gravità e la durata del disturbo.


L'olio essenziale non va mai lasciato maneggiare ai bambini, essendo un estratto molto concentrato che, come tutti gli oli essenziali, va utilizzato con cautela.



Se notiamo che il bambino è nervoso, iperattivo, ha un sonno agitato, dobbiamo prima accertarci che non vi sia una patologia che provoca questi problemi, come una cattiva respirazione dovuta all'ingrossamento delle adenoidi, o ad un dolore non manifestato chiaramente, causato ad esempio dall'infiammazione di un orecchio, o di un dente.


Se l'irrequietezza non ha una causa organica motivata, allora potremo tranquillizzarlo con erbe rasserenanti comeMelissa, Passiflora, Camomilla, sotto forma di tisana o di un gradevole sciroppo; erbe rilassanti che potrà assumere anche la mamma, se sospetta di aver trasmesso la sua ansia al bambino, come purtroppo talvolta accade a causa della vita stressante che spesso conduciamo.


Potrà essere di ausilio, sia alla mamma che al bambino, assumere un integratore di Magnesio, anche sotto forma di fialette a veloce assorbimento perlinguale, che manifesti rapidamente la sua efficacia sull'umore, sull'ansia e sull'insonnia.



Le piante rilassanti possono essere utili anche nei casi di enuresi notturna, naturalmente se non vi sono patologie urologiche accertate: avendo infatti solitamente questo disturbo una probabile componente psicologica, se il bambino è più sereno e il problema è affrontato con naturalezza, senza che egli si senta colpevolizzato, potrebbe anche risolversi spontaneamente.



Anche i disturbi che riguardano la pelle possono essere affrontati, e spesso risolti, con l'aiuto delle piante officinali. In questo caso la fitoterapia viene in aiuto anche dei bambini molto piccoli, addirittura neonati, la cui pelle è particolarmente fragile e delicata perché non si è ancora formato il manto idrolipidico protettivo, cioè quella invisibile barriera formata da acqua e grasso, che funge da schermo contro gli agenti esterni irritanti. La pelle del neonato è sottoposta a continue aggressioni derivate dall'uso dei pannolini che favoriscono il ristagno di urina, feci e sudore, che possono provocare la macerazione della pelle sottilissima e delicata, che sarà così più esposta all'aggressione dei germi.


Bisognerà quindi sottoporre il bimbo ad una igiene scrupolosa e, ad ogni cambio di pannolino, dopo un lavaggio con detergenti specifici e delicatissimi a ph fisiologico, seguito da una perfetta asciugatura della pelle, sarà buona abitudine applicare creme specifiche, a base di appropriati estratti vegetali, di cui parleremo fra breve, che la difenderanno ed eviteranno sia banali arrossamenti e irritazioni, che vere e proprie dermatiti.



Queste particolari cure si rifletteranno sulla tranquillità del bebè, che non dovrà sopportare l'inconveniente causato dal contatto del pannolino sulla pelle, cioè l'innalzamento della temperatura della parte, che potrebbe cagionare molto fastidio, o anche vero dolore se la sua pelle letteralmente "brucia".


Questo fatto potrebbe spiegare quelli che a volte sembrano solo capricci, ed invece alla base ci potrebbe essere una reale sofferenza: il pianto di un neonato, a mio parere, non va mai ignorato e sottovalutato; meglio accertarsi sempre che alla base non ci sia un reale disagio.



Naturalmente sceglieremo prodotti il più possibile naturali, che non contengano derivati del petrolio come vaselina o paraffina, e che abbiano nella loro formulazione estratti vegetali emollienti, rigeneranti, idratanti, protettivi e filmogeni.


Le piante più adatte per proteggere la pelle dei bambini, sono: la Malva, dalle mucillagini emollienti e lenitive; il Karitè, molto nutriente e rigenerante cellulare; laCamomilla e l'Echinacea, antinfiammatorie, lenitive e cicatrizzanti; la Mimosa tenuiflora (Tepezcohuite), spiccatamente cicatrizzante e altamente rigenerante e analgesica; la Borragine, assai nutriente e specifica contro la secchezza della pelle, costituisce un'efficace prevenzione contro dermatiti, desquamazioni, eczema atopico, per il suo alto contenuto di un particolare acido grasso polinsaturo, l'acido gamma-linolenico, che in natura è presente solo nel latte materno, nell'olio di Borragine, nell'olio di Enotera e, in minor percentuale, nell'olio dei semi di Ribes nero.


Le proteine estratte dal Grano e dal Riso esercitano un'azione rinfrescante, emolliente addolcente; anche gli amidi di Riso, di Avena e di Mais, sono un prezioso ingrediente di polveri aspersorie, che servono a mantenere asciutta la pelle, in modo da evitare irritazioni.


Dobbiamo quindi accertarci sempre che i prodotti che scegliamo per i nostri bambini contengano gli estratti di queste piante che, con le loro proprietà emollienti, lenitive, antinfiammatorie, antiarrossanti, nutrienti e rigeneranti, ci aiuteranno a mantenere la pelle in condizioni ottimali, aumentando così il loro benessere e anche la loro tranquillità.


Anche la mamma potrà così essere più serena e tranquilla.


da www.erboristeria.com

lunedì 19 ottobre 2009

Sulla dispersione del pensiero durante la preghiera del cuore

Secondo Evagrio Pontico (+ 399) “la preghiera è un mettere da parte i pensieri”.

Mettere da parte: non un conflitto selvaggio, non una furiosa repressione, ma una qualche, sia pure costante, azione di distacco. Attraverso la ripetizione del Nome, siamo aiutati a “mettere da parte”, a lasciare andare le nostre futili e dannose immaginazioni e sostituire ad esse il pensiero di Gesù [...]

Quando per la prima volta iniziate la Preghiera di Gesù, non preoccupatevi troppo di eliminare pensieri e immagini mentali. Come abbiamo già detto, lasciate che vostra strategia sia positiva, non negativa. Richiamate alla mente non ciò che deve essere escluso ma ciò che deve essere presente. Non fermatevi sui vostri pensieri e su come eliminarli: pensate a Gesù.

Concentrate il vostro intero io, tutto il vostro ardore e devozione sulla persona del Salvatore; sentite la sua presenza; parlategli con amore. Se l’attenzione divaga, come indubbiamente accadrà, non scoraggiatevi: con gentilezza, senza esasperazione o rabbia interiore, riportatela indietro. Se essa vaga di nuovo, di nuovo riportatela indietro. Ritornate al centro, il centro vitale e personale che è Gesù Cristo.

Guardate all’invocazione, non tanto come preghiera vuota di pensieri, ma come preghiera piena dell’Amato. Lasciate che sia, nel senso più ricco della parola, una preghiera di affetto – sebbene non di eccitamento emotivo autoindotto. Poiché, mentre la Preghiera di Gesù è certamente molto più che una preghiera affettiva, nel senso tecnico occidentale, è con sentimento di amore che noi dobbiamo correttamente iniziare. Il nostro atteggiamento interiore, quando incominciamo l’invocazione, è quello di S. Riccardo di Chichester:

O mio misericordioso Redentore,
amico e fratello,
possa vederTi più chiaramente,
amarTi più teneramente,
e seguirTi più da vicino

Kallistos Ware, La potenza del nome, Il leone verde, pp. 40-44

venerdì 9 ottobre 2009

Che cosa ha veramente detto il profeta Maometto

Riporto di seguito la descrizione, davvero illuminante, fatta da una ragazza musulmana sulla questione del velo che troppo spesso crea equivoci e malintesi:

"E’ indubbio che la donna musulmana non è inferiore all’uomo, ma è vero che uomo e donna devono complementarsi l’uno con l’altro nella comunità e nella famiglia. Non a caso la donna è la regina della casa , svolge un ruolo essenziale nella crescita dei figli e nella gestione della famiglia, anche rispetto agli anziani. Spesso la donna che cura la famiglia è una donna acculturata, laureata e diplomata che sceglie di mettere a disposizione il suo talento per la famiglia e la comunità. La donna italiana invece è spesso schiava del lavoro, magari si è laureata per andare a fare la telefonista o la vigilessa, ma alla fine si trova sola, in difficoltà senza il sostegno di un marito che si occupi del mantenimento economico della famiglia.
Se possedessi un oggetto di gran valore, ne avresti cura o no? Se avessi una perla o un tesoro, lo custodiresti in un luogo sicuro? Più prezioso sarebbe l’ oggetto, più lo nasconderesti alla gente. Oppure lo mostreresti a tutti? Allora, qual’è la cosa più cara che la donna possiede? Non è forse il suo pudore? Non è degno di essere protetto? Osservate le perle, sono protette da conchiglie non affatto belle, ma fondamentali ed indispensabili per preservarle. L’ hijab è mportante per la donna come la conchiglia lo è per la perla. A tale riguardo una domanda che spesso sorge spontanea: Perchè l’hijab è obbligatorio per le donne e non lo è per gli uomini? Perchè questa restrizione fu imposta solo a loro? La risposta è che una donna può attrarre cento uomini, mentre cento uomini non possono attrarre una donna, a meno che lei non lo permetta.Per questo il velo è obbligatorio solamente per loro, perchè sono la sorgente dell’ attrazione. Notiamo che nel periodo pre-islamico le donne erano giudicate ingiustamente. Gli Arabi ed i Romani le valutavano basandosi soltanto sulla loro bellezza fisica, e non su quella interiore. Poi è arrivato l’Islam per cambiare questi concetti errati, e rendere dignità all’ umanità . L’ Islam insegna agli uomini che il valore della donna è nei suoi sentimenti e nelle sue emozioni, che non ci si deve fermare soltanto alla bellezza esterna, materiale”.
da blog.vita.it

giovedì 8 ottobre 2009

Come pregare

Noi non offriamo venerazione volgendoci verso Oriente superficialmente o a caso. Ma poiché siamo composti di natura visibile e invisibile, ossia intellettuale e sensibile, presentiamo al Creatore anche una duplice venerazione: così come cantiamo con la mente e con le labbra, siamo battezzati con l?acqua e con lo Spirito, e siamo uniti al Cristo in modo duplice partecipando ai sacramenti e alla grazia dello Spirito.
Quindi, poiché "Dio è luce" intellettuale e poichè Cristo è chiamato nelle Scritture sole di giustizia e Oriente, occorre dedicargli l'Oriente per la venerazione. Infatti bisogna dedicare ogni cosa bella a Dio, dal quale ogni cosa è resa buona.

Anche il divino Davide dice: Cieli della terra, cantate a Dio, cantate inni al Signore, che cavalca sul cielo dei cieli, ad Oriente. E ancora la Scrittura dice: Dio piantò un giardino in Eden, ad Oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato; ma poi lo scacciò dopo che aveva trasgredito, e lo fece abitare di fronte al giardino delle delizie, cioè ad Occidente.
Perciò noi veneriamo Dio desiderando l'antica patria e volgendo gli occhi ad essa. E la tenda di Mosè aveva il velo e il propiziatorio ad Oriente. La tribù di Giuda, come più onorevole, si accampava ad Oriente. Nel famoso tempio di Salomone la porta del Signore era posta ad Oriente. Invece il Signore, quando era in croce, guardava verso Occidente e così noi prestiamo venerazione volgendo lo sguardo verso di lui.
Mentre era assunto in alto fu portato verso Oriente, e così gli apostoli lo venerarono: e così egli verrà nel modo con cui fu visto andare in cielo, come il Signore stesso disse: Come la folgore viene da oriente e brilla fino ad occidente, così sarà la venuta del Figlio dell?uomo. E quindi noi aspettandolo prestiamo venerazione verso Oriente.
Questa è la tradizione non scritta degli apostoli: infatti molte cose essi ci hanno tramandato senza scriverle.
S. Giovanni Damasceno

Custodi della fede

A pochi giorni dalla festa del Velo di Maria (detta anche festa della Protezione) ecco un brano di Pavel Evdokimov sul privilegio del silenzio di cui il velo è simbolo fin dalla notte dei tempi:

"La donna ha la sua maniera d'essere, un suo modo di esistenza, il dono di tessere il proprio essere con la sua relazione particolare con Dio, con gli altri, con se stessa. Nonostante le deformazioni storiche di fondo di sè il mistero del suo essere e dei suoi carismi: ciò che S. Paolo designa con il simbolo eternamente ricco del velo (1 Cor. 11), segno evidente del sacro. Al contrario, la grande Prostituta di Babilonia (Ap. 17) profana e degrada la propria femminilità in quanto essenza religiosa del femminile; essa strappa il suo velo, si denuda, si disincarna del mistero femminile, del fiat pronunciato alla sua eterna maternità. Ogni donna deve decifrare questo mistero per leggervi il suo destino, la sua vocazione, i suoi carismi.
Il racconto biblico della prima monade umana Adamo-Eva mostra in essa l'archetipo originale della consustanzialità dei principi complementari. La caduta li polarizza, e da allora o sono dei contrari in lotta, o delle alterità che si accettano e si completano, per farne una nuova creatura in Cristo.
L'uomo supera il proprio essere, è più esteriorizzato; il suo carisma di espansione dirige il suo sguardo al di là di sè: egli riempie il mondo delle sue energie creatrici, si impone, padrone e conquistatore, ingegnere e costruttore. Riceve accanto e sè la donna, suo aiuto. Questa è insieme sua fidanzata, sua sposa e sua madre.
Più interiorizzata, la donna resta agevolmente nei limiti del suo essere, di cui riempie il mondo con la sua presenza irradiante. Gloria dell'uomo (1 Cor. 11, 7), nella sua purezza luminosa è come uno specchio che riflette il volto dell'incontro tra Dio e l'uomo. lo rivela a se stesso, e con ciò lo corregge. Così aiuta l'uomo a comprendersi e ad attuare il senso del proprio essere: lo completa decifrando il suo destino, perchè è con l'aiuto della donna che l'uomo diventa più facilmente ciò che è.
La parola di S. Pietro (1 Pt. 3, 4) si rivolge a ogni donna e contiene tutto un vangelo del femminile sulla sua maternità spirituale. Questo testo definisce con esattezza il suo carisma fondamentale: la generazione dell'uomo nascosto nel suo cuore, homo cordis absconditus.
L'uomo è più incline ad interessarsi solo della propria causa; al contrario l'istinto materno della donna come nelle nozze di Cana (Gv. 2, 1 e segg.) scopre immediatamente la sete dello spirito anche degli uomini e trova la sorgente eucaristica per estinguerla. Il rapporto sociologico madre-figlio fa che la donna, Eva-fonte di vita, vigili su tutto l'essere, protegga la vita del mondo. Il suo carisma della maternità interiorizzata e universale porta ogni donna verso l'affamato e il bisognoso, e precisa mirabilmente l'essenza femminile; vergine o sposa, ogni donna è madre in aeternum: è il carattere sacramentale iscritto nel suo stesso essere. Le componenti della sua anima la predispongono a "covare" tutto ciò che trova sul suo cammino, a scoprire nell'essere più virile e più forte un fanciullo debole e senza difesa.
Se si definisce l'amore maschile: amare è avere bisogno, per la donna amare è soddisfare un bisogno, prevenirlo e precorrerlo. Gesù vedendo sua madre e vicino a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna ecco tuo figlio. Parola fondamentale che fa della Vergine Maria, figura della Chiesa-Madre e di ogni donna, un essere ecclesiale: l'eterno-virgineo, l'eterno-femminino che ne deriva, e l'eterno-materno, archetipo della Magna Mater.
Conquistatore, avventuriero, costruttore, l'uomo non è eterno nella sua essenza. Un antico testo liturgico proietta sulla maternità della Vergine la luce della paternità divina: Tu hai generato il Figlio senza padre, quel Figlio che il Padre prima dei secoli ha generato senza madre. La maternità della Vergine si pone così come figura umana della Paternità divina.
Si coglie la sua potenza salvatrice se si comprende che Eva non fu tentata in quanto sesso debole; al contrario, è stata sedotta perchè è lei che rappresenta il principio dell'integrazione religiosa della natura umana; colpita al cuore, questa soccombe immediatamente: Adamo la segue, docilmente (la donna mi ha offerto il frutto!), senza offrire alcuna resistenza, senza formulare domanda.
Se la caratteristica dell'uomo è agire, quella della donna è essere: ed è lo stato religioso per eccellenza. L'uomo crea la scienza, la filosofia, l'arte, ma altera tutto con una tremenda obbiettivazione della verità organizzata.
La donna è l'opposto di ogni obbiettivazione, il suo forte non è la creazione ma la generazione. Nel suo essere stesso, essa è il criterio che corregge ogni astrazione per ricollocare al centro i valori, per fare in modo che si manifesti correttamente il verbo maschile. Istintivamente la donna difenderà sempre il primato dell'essere sulla teoria, dell'operativo sullo speculativo, dell'intuitivo sul discorsivo. (...) L'uomo ex-statico è nell'estensione di se stesso, nella proiezione del suo genio al di fuori, per dominare il mondo; la donna in-statica è rivolta verso il proprio essere, verso l'essere. Il femminile si esercita a livello della struttura ontologica; non è il verbo ma l'esse, il grembo della creatura. E' questa la manifestazione della santità, quella santità dell'essere che è insopportabile ai demoni; e non mediante gli atti ma nella sua purità-santità la donna ferisce il dragone alla testa. (...)
Alla Russia del XX secolo è stato dato di passare attraverso il baratro di un destino storico unico; questa esperienza è ricolma di un senso profetico per quelli che sanno leggerla nel libro del tempo. I grandi spirituali, gli startzy, hanno manifestato un interesse tutto speciale verso la diaconia della donna. Così gli startzy Macario e Ambrogio di Optina, seguendo l'esempio profetico di San Serafino di Sarov, si sono consacrati alla missione femminile, alla formazione apostolica della donna, e ciò testimonia la loro sorprendente chiaroveggenza.
La donna ha una percezione intuitiva, dal suo stesso grembo, dei valori dello Spirito: è dotata di senso religioso; "l'anima è naturalmente cristiana" è detto anzitutto delle donne. I marxisti l'hanno avvertito perfettamente. L'emancipazione delle donne e l'uguaglianza dei sessi sono in primo piano nelle loro preoccupazioni. La virilizzazione della donna tende a modificare il suo tipo antropologico, a tenderla perfino nella sua psiche identica all'uomo.
Questo progetto di livellamento nasconde una lotta fra le più violente contro la legge di Dio e mira all'annientamento dello stato carismatico femminile. Ora, la testimonianza è oggi unanime: la fede nella Russia sovietica fu conservata dalla donna russa; e tutti sono meravigliati per la parte della donna nella trasmissione della fede. Il rinnovamento religioso e la continuità della tradizione sono dovute alla sposa e alla madre. La donna, la ragazza russa, in pieno movimento di socializzazione, aspirano il più spesso e in una maniera sorprendente a interiorizzare e a vivere la verità che esse leggono sulle icone della Theotokos. La loro femminilità discreta sembra ispirarsi più alle "Vergini della tenerezza" che all'ideale essenzialmente virile del regime. E' la donna russa, con i suoi carismi, che, senza violenza, conserva i valori eterni, e rifà dal di dentro la Russia cristiana.
Dal cuore della donna scaturisce spontaneamente, istintivamente, la resistenza invincibile al materialismo e a tutti gli elementi demoniaci della decomposizione della civiltà moderna. La salvezza del mondo non verrà che dalla santità; ora, questa è più interiore alla donna nelle condizioni della vita moderna.
Secondo gli spirituali, il silenzio possiede un valore immenso. Il silenzio attivo è popolato di presenze: Chi sa ascoltare il Verbo, sa ascoltare il silenzio. In un certo senso, anche la liturgia è il silenzio dello spirito che ascolta cantando, e questo silenzio è parte integrale dell'ufficio, come lo sono i silenzi di una sinfonia. Così la Vergine conservava le parole del Figlio nel suo cuore (Lc. 2, 51).
Il velo, segno del sacro e del mistero, di cui parla San Paolo, passa, nel tempo pre-apocalittico, all'immagine della donna vestita di sole, della donna rivestita del Verbo. Con tutto il suo essere essa lo predica; con una irradiazione ontologica, lo genera; dalle profondità del suo grembo, del suo cuore, essa porge la Parola al mondo."

mercoledì 7 ottobre 2009

Dal web alla realtà


Avviso i miei lettori che si sta formando a Torino il primo nucleo del Centro Studi S. Gabriele, dedicato all'educazione del bambino e della bambina, e in particolare all'uso della medicina naturale per l'infanzia. Non si tratta al momento di un'associazione né di una fondazione, ma di una mia iniziativa personale in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta. Sta ad ognuno di voi che leggete decidere se darmi fiducia o se bollare il mio progetto come una delle tante truffe che circolano in Rete spacciandosi per Onlus o associazioni di beneficenza.
Al momento la sua sede è... una grossa valigia piena di libri parcheggiata in casa di un'amica, ma spero che con il vostro aiuto si possa trovare un luogo adeguato anche minuscolo, purché visitabile dalla gente. Solo allora si potrà parlare di vere e proprie campagne benefiche: non avrebbe senso infatti iniziare da subito con il sostegno ad altri enti che si servono per lo più di medicinali a base chimica, quando si conoscono gli effetti collaterali che possono provocare; nè avrebbe senso sostenere gruppi che cercano di re-inserire al più presto le mamme nelle attività lavorative, con la coscienza che in realtà tante chiedono un aiuto per dedicarsi alla famiglia a tempo pieno. Se tale è il modo di fare di alcune associazioni, non sta a me giudicarle: ma il Centro Studi S.Gabriele nasce per fini del tutto diversi, perchè diversi sono i principi di fondo.
Spero che saranno tante le persone che vorranno collaborare alla realizzazione di questo progetto, con aiuti materiali o con la loro amicizia e sostegno morale: come già questo sito, anche il Centro è rivolto a tutti i bambini e a tutti coloro che li amano. Per informazioni scrivete a questo indirizzo: amicidisangabriele@gmail.com

lunedì 5 ottobre 2009

Una preghiera per tutti

Di S. Nersete Armeno (XII secolo)
Invocazione per tutti i Cristiani, per i grandi e per i piccoli, per gli uomini e per le donne, che è opportuno che ciascuno impari e pratichi, e che l’un l’altro reciprocamente si insegnino. E precisamente il sacerdote l’insegni al popolo, il padre ai figli, alle figlie la madre, l’amico all’amico; e la recitino quotidianamente suddivisa in cinque parti; dodici volte genuflettendosi, all’alba, all’ora del pasto, a mezzodì, al vespro, e all’ora del riposo. Ma se qualcuno fosse pigro, e lo infastidisse recitarla cinque volte, la reciti quattro volte, o tre, o due, o una volta sola al giorno; affinché da ciò sia fatto palese ch’egli è cristiano, e lui stesso riconosca se stesso quale creatura di Dio, e suo adoratore. Ma se invero qualcuno avesse fastidio di apprendere a memoria tutte le parole di tale invocazione (vengono appresi tuttavia con grandissima applicazione i canti diabolici), ne apprenda la metà, o meno; infatti anche se avrà imparato di questa orazione solo tre versetti, e tre volte in quel tempo genuflettendosi li avrà recitati, ciò sarà accetto al cospetto di Dio. Ma se qualcuno tra i Cristiani avrà trascurato affatto di apprenderla e recitarla, sia confuso dalle genti di Maometto, che non omettono l’orazione ch’egli insegnò loro neppure in tempo di guerra, tanto meno dunque in tempo di pace. Invero le genti nostre fuor dell’oratorio non si ricordano neppure del nome di Dio, giacché non cercano, così come quelle, la devozione nell’orazione, bensì amano la loquacità piuttosto che le preghiere; e talvolta, se si appressano per pregare ai Sacerdoti, o se ne stanno a bocca chiusa, o l’un con l’altro confabulano, ché davvero non hanno mai appreso le parole d’invocazione, né hanno fatto caso mai ai Salmi e agli altri riti dei Sacerdoti.
Per questo abbiamo composto questa invocazione con parole semplici e chiare, affinché venga agevolmente intesa dagli ignoranti nelle loro orazioni. La quale invocazione è breve quanto a parole, contenendo ventiquattro versetti, proprio come le ore del dì e della notte, e concordando con i libri dei Profeti; ma pure è potente quanto alle cose che vi sono intese; include infatti la richiesta a Dio di molte cose delle quali manchiamo. D’altra parte l’abbiamo data alle nostre genti da imparare, affinché tutte le anime cristiane la conoscano e, ovunque dovessero essere all’ora dell’orazione, parlino a Dio per suo mezzo, sia in Chiesa, sia a casa, sia nel campo, sia quando sono presi dagli affari, sia per la via. Riguardo a quelli poi che l’imparano e recitano attentamente con cuore devoto e con lacrime, tutte le richieste che in essa sono scritte saranno soddisfatte, tanto in questa vita quanto dopo la morte. Coloro che invero la disprezzano e non l’apprendono né la recitano, vedano di persona; lungi ogni colpa da noi dacché abbiamo composto questa invocazione; né quindi proferiscano la fittizia giustificazione, che appunto perché non sanno bene a memoria le preghiere, perciò non pregano. Invero sappiano costoro che il diavolo non fa tanta fatica ad impedire altre buone opere quanta ne fa per impedire l’orazione; egli sa infatti che per tramite delle orazioni nostre egli viene scacciato da noi, e in noi prende dimora Dio.
Noi frattanto invochiamo Dio creatore di tutte le cose buone, che apra a tutti gli occhi della mente perché di buon animo la imparino e recitino con fede, e perché da lui siano esauditi. Recitando questa poi ricordatevi in Cristo di Gregorio, Catholicos degli Armeni, e di suo fratello Nersete, che ha composto quest’invocazione.
Voi, poi, che la trascrivete nei libri, scrivete anche queste parole di esortazione: e coloro che l’avranno scritta, loro stessi siano scritti nel registro della vita eterna; e coloro che l’avranno appresa e recitata, trovino misericordia dal Cristo. Coloro poi che l’avranno insegnata all’amico, ricevano la ricompensa da Dio; e coloro che l’avranno scritta, non aggiungano o tolgano neppure una parola o una sillaba, all’infuori di quanto scrivemmo; affinché non sussistano esemplari che differiscano, ma siano tutti simili, ovunque vengano scritti. Coloro poi che non sono abili a scrivere, la facciano trascrivere da coloro che correttamente l’hanno appresa, affinché sia scritta senza errore.
1
In fede confesso e adoro te, Padre e Figlio e Spirito Santo; increata e immortale natura, creatrice degli Angeli e degli uomini e di tutti gli esseri.
Abbi misericordia delle tue creature.
2
In fede confesso e adoro te, indivisibile Luce, Santa consustanziale Trinità e unica Deità, creatrice della luce e dissipatrice delle tenebre; espelli dal mio spirito le tenebre dei peccati e dell’ignoranza, e illumina in quest’ora la mia mente, affinché ti preghi secondo il tuo beneplacito, e da te riceva le cose da me richieste.
Abbi inoltre misericordia di me sommo peccatore
3
Padre celeste, Dio vero, che il tuo Figlio diletto hai mandato a cercare la pecora smarrita: ho peccato verso il cielo e al tuo cospetto; sollevami come il figliuol prodigo,e rivestimi di quella prima veste che persi attraverso il peccato.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
4
Figlio di Dio, Dio vero, che dal seno paterno ti umiliasti e per la nostra salvezza prendesti corpo dalla Santa Vergine Maria, fosti crocifisso e sepolto, e sorgesti dai morti, e ascendesti al Padre: ho peccato verso il cielo e al tuo cospetto; ricordati di me così come del Ladrone, quando verrai nel tuo regno.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
5
Spirito di Dio, Dio vero, che scendesti nel Giordano, e nel Cenacolo, e m’illuminasti con il lavacro del Battesimo: ho peccato verso il cielo e al tuo cospetto; purificami nuovamente col tuo fuoco divino, così come con le lingue di fuoco gli Apostoli.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
6
Increata Natura: ho peccato contro di te con la mia mente, lo spirito e il mio corpo; per il tuo Santo Nome non ricordarti delle mie antiche iniquità.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
7
Osservatore di tutte le cose: ho peccato contro di te col pensiero la parola e l’opera: cancella il resoconto dei miei delitti, e scrivi il mio nome nel registro della vita.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
8
Scrutatore dei pensieri segreti: ho peccato contro di te volontariamente e involontariamente, consciamente e inconsciamente: accorda il perdono a me peccatore, infatti dacché rinacqui a mezzo del lavacro fino al giorno d’oggi ho peccato al cospetto della tua Divinità con i miei sensi e con tutte le membra del corpo.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
9
O provveditore di tutto, Signore: poni il santo timore di te come custodia ai miei occhi, che non vedano cose sconvenienti; e alle mie orecchie, che non ascoltino discorsi cattivi; e alle mie labbra, perché non proferiscano menzogne; e al mio cuore, perché non mediti il male; e alle mie mani, che non operino l’ingiustizia; e ai miei piedi, che non percorrano la strada dell’iniquità; ma dirigi il loro moto affinché siano in ogni cosa conformi ai tuoi precetti.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
10
Fuoco ardente, Cristo: accendi nella mia anima il fuoco del tuo amore che riversasti sulla terra; affinché consumi le scorie del mio spirito, e purifichi la mia coscienza, e cancelli i peccati del mio corpo e accenda nel mio cuore la luce della tua sapienza.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
11
Gesù, sapienza del Padre: dammi sapienza di pensiero e di parola e bontà d’azione al tuo cospetto, sempre: liberami dai cattivi pensieri, parole e opere.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
12
O Signore che vuoi il bene, e dirigi la volontà: non permettere che io proceda secondo i miei desideri; ma guidami ad adempiere la tua volontà, che ama il giusto.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
13
Re celeste: dammi il tuo regno, giacché ai diligenti ti sei promesso; e rafforza il mio cuore perché aborra dai peccati, e ami te solo, ed esegua la tua volontà.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
14
O provveditore delle creature: tramite il segno della tua Croce custodisci lo spirito e il mio corpo dal fascino del peccato, dalle tentazioni dei demoni, dagli uomini iniqui, e da tutti i pericoli dell’anima e del corpo.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
15
Custode di tutte le cose, Cristo: la tua destra mi protegga dì e notte, mentre dimoro in casa e mentre sono in cammino, quando dormo e quando m’alzo; perché io non vacilli .
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
16
Mio Dio: che apri la tua mano e riempi ogni creatura della tua misericordia, ti raccomando l’anima mia: abbi tu cura e prepara il necessario per lo spirito e per il mio corpo a partire da adesso e fino al secolo futuro.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
17
Tu che riconduci gli erranti: riconducimi dalle mie cattive consuetudini alle buone abitudini; e imprimi nel mio spirito il tremendo giorno della morte, e il timore dell’inferno, e l’amore per il tuo Regno; affinché io faccia penitenza dei peccati, e operi la giustizia.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
18
Fonte immortale: fa’ fluire dal mio cuore, come dalla peccatrice, lacrime di penitenza; per lavare i miei peccati prima di andarmene da questo mondo.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
19
Largitore di misericordia: concedimi che io venga a te attraverso la fede ortodossa, attraverso le buone opere e per la santa comunione del tuo corpo e del tuo sangue.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
20
Signore benefico: affidami al buon Angelo, perché io renda l’anima mia soavemente, e passi incolume attraverso la malizia dei demoni che stanno sotto il cielo.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
Luce vera, Cristo; rendi il mio spirito degno, che nel giorno della chiamata esso veda festante la luce della tua gloria, e fino al gran giorno del tuo avvento riposi nella speranza dei buoni, nella dimora dei giusti.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
22
O giusto Giudice: quando sarai venuto con la gloria del Padre a giudicare i vivi e i morti, non entrare in giudizio col tuo servo; ma liberami dal fuoco eterno, e fa’ che io oda la beata chiamata dei giusti al tuo regno celeste.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
23
Signore misericordioso: abbi misericordia di tutti coloro che credono in te, dei miei e degli estranei, dei noti e degli ignoti,dei vivi e dei morti: concedi anche ai miei nemici ed avversari il perdono per i torti che mi hanno fatto, e convertili dall’ingiustizia che mostrano verso di me, affinché siano anch’essi degni della tua misericordia.
Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore.
24
Signore gloriosissimo: accogli queste preghiere del tuo servo, e benignamente corrispondi alle mie richieste per l’intercessione della Santa Deipara e di Giovanni Battista e di Santo Stefano protomartire e del nostro San Gregorio l’Illuminatore e dei santi Apostoli e Profeti e Dottori e Martiri e santi Patriarchi ed Eremiti e Vergini e di tutti i tuoi Santi del cielo e della terra.
E a te, santa e indivisibile Trinità, gloria e adorazione nei secoli dei secoli. Amen.
da www.natidallospirito.it