mercoledì 22 giugno 2011

“Lo avvolsero in panni, Lui che era vestito di luce” (anafora di San Giovanni figlio del tuono)

Il testo che segue è la traduzione in italiano della parte forse più bella dell’anafora di San Giovanni “figlio del tuono”, usata nella chiesa copta etiope insieme ad altre numerose anafore. Secondo la tradizione etiope, il nucleo della liturgia fu scritta dagli Apostoli stessi, dopo l’ascensione di Cristo. Questa si chiama “anafora degli Apostoli”. Più tardi, i Padri della Chiesa hanno apportato delle aggiunte con un’altra anafora conosciuta come “del Signore”. Entrambe riflettono gli insegnamenti del Signore stesso e incarnano la precedente tradizione orale a cui si fa cenno in Atti 1:3 (“Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio“). Un’altra anafora detta “dei Trecento” fu scritta dai 318 vescovi riuniti a Nicea nel 325 d.C.. Si crede che l’anafora di San Giovanni “figlio del tuono” sia stata scritta da San Giovanni Evangelista. Il testo è tratto da “The liturgy of the Ethiopian church” translated by the Rev. Marcos Daoud (1959) (www.ethiopianorthodox.org).
Sacerdote: O Signore, a Te innalziamo i nostri occhi, a Te eleviamo i nostri cuori, le nostre coscienze e le nostre menti. Tu sei eterno, esistendo prima che l’universo fosse creato, vivente nei secoli dei secoli.
Non v’è limite alla tua potenza, nessun può capirti completamente, e nessuno può comprendere la pienezza della tua essenza.
Nessuno può comprenderti né vederti. Tu conosci Te stesso, il tuo regno è senza fine, la tua potenza è immutabile, la tua grandezza infinita, ma la tua gloria non è nascosta. A tutti Tu sei invisibile, eppure tutto è visto da te.
Tu non hai inizio, ma a tutto tu metti fine. Infinito Tu sei, ma a tutto metti limite. Tutte le cose sono da Te, tutte le cose sono per mezzo di Te e tutte le cose sono in vista di Te.
Tu sei in tutti, nella tua grandezza sei più eccelso degli eccelsi.
Tu visitasti l’umile per mezzo della venuta di tuo Figlio. Nella tua invisibilità, Tu sei più remoto di tutti i distanti; eppure, per mezzo della Tua compassione, Tu avvicini a Te coloro che sono lontani.
Tu sei dentro di tutti, eppure Tu sei al di là ogni cosa. La tua grandezza è celata in Te, la tua potenza è nascosta in Te. Tu stesso veli Te stesso con Te stesso, e celi Te stesso in Te stesso.
Tuo Figlio, che Tu generasti, ci ha parlato di Te. Egli che fu da te generato, ci ha portato notizie di te. Egli è onorato come Te, che eternamente lo generi.
Tu ci hai parlato di lui del quale tu testimoni per mezzo della tua parola che egli è veramente tuo Figlio e che tu sei veramente suo Padre.
Essi Ti adorano con il tuo Figlio, che ha gloria con colui che lo genera. Non v’è giorno tra Te e lui, e non v’è ora tra il Figlio e il Padre.
Il Padre non è maggiore del Figlio e il Figlio non è minore del Padre. Il pensiero del cuore, pensando profondamente, non può correre più veloce del corriere o essere esaltato più dei veglianti [intende gli angeli], non è in grado di comprendere l’insondabile mistero, entrare a vederti; cercare di conoscerti anche per un’ora, anche per un momento. Nessuno sa cosa c’è tra il Figlio e suo Padre.
Ma il tuo Spirito Santo vivente conosce la profondità della tua divinità. Egli ci ha annunciato la tua natura e ci ha parlato della tua unicità. Ci ha insegnato la tua unità e ci ha aiutato a conoscere la tua Trinità. Ci ha parlato della tua incorruttibile uguaglianza, della tua inseparabile unità e della tua immutabile natura.
Il Padre testimonia del Figlio e dello Spirito Santo. Il Figlio predica sul Padre e sullo Spirito Santo. Lo Spirito Santo insegna del Padre e del Figlio, affinché i tre possano essere adorati in un solo Nome.
Tu rendi nota la tua gloria celata e ineffabile a coloro che Ti lodano e a loro la mostri per mezzo della compassione della tua grazia. Gli eccelsi nei loro gradi, gli angeli nei loro ordini, i veglianti nel loro fulmine, i cherubini con potere, i serafini con gloria, e tutti con timore e tremore, adorano il Signore che è vicino come se fossero lontani.
Diacono: Facciamo attenzione.
Sacerdote: Coprono i loro volti con il fulmine, perché il fuoco che consuma non li consumi, e coprono i loro piedi con tizzoni ardenti, perché la fiamma della Potenza non li arda. Volano per i quattro angoli della terra e nei luoghi remoti davanti a Colui che è in ogni estremo della terra. Con grandi, lucenti e meravigliose parole invocano Colui che è invisibile per santificarlo. Con le loro schiere, i lori ordini e la loro congregazione, con i loro ranghi ti glorificano, Padre, e ti adorano; e glorificano il tuo Unigenito Figlio e il tuo Spirito Santo vivente.
Tutti insieme ti rendono grazie per la tua gloria. Rendici eguali a loro così che possiamo dire insieme a loro “Signore ricordati di noi nella tua compassione”.
Diacono: Rispondete.
Popolo: Santo, Santo, Santo, perfetto Signore delle schiere, cielo e terra sono pieni della santità della tua gloria.
Sacerdote: Come loro, Ti ringraziamo e crediamo che Tu sei santo, santo, santo, perfetto Signore delle schiere, e che cielo e terra sono pieni della santità della tua gloria.
Tu sei unico ed eterno, Padre santo. Tu sei unico ed eterno, Figlio santo. Tu sei unico ed eterno, Spirito Santo: tre nomi, un solo Dio.
Tu hai accordato a tutti i tuoi santi, secondo la tua bontà, di essere santi.
Tu creasti tutte le tue creature con il tuo Verbo. Tu, diretto da nessuno, creasti tutte le cose.
Senza affaticarti porti tutte le cose. Senza posa alimenti tutti le cose. Ti ricordi di tutti senza dimenticarti di alcuno.
Dai tutto senza diminuire. Innaffi tutto senza seccarti. Ti ricordi di tutto senza dimenticanza.
Vegli su di tutti senza riposare. Tutti ascolti senza ignorare alcuno. Tutti perdoni, prendendo nulla per te.
Tu sei il Generoso a cui alcuno dà nulla, il Creatore che nessuno dirige, il Sovrano che nessuno nomina, il Signore che nessuno giudica, il Dio a cui nessuno presta, che non è arricchito da nessuno. Tu sei colui che dona dalla sua abbondanza.
Mentre Tu colmi ogni luogo, ci è stato detto di un modo in cui possiamo riceverTi.
Tu inviasti il tuo Figlio a noi. Egli venne senza essere separato da Te. Camminò senza allontanarsi da Te. Egli era con te con tutto il suo corpo e Tu lo inviasti a noi senza essere separato da Te. Egli è dove Tu sei.
Egli fu con suo Padre in paradiso mentre era con noi sulla terra. Egli discese senza sottrarre all’alto e senza aggiungere in basso.
Fu concepito nel grembo eppure il grembo non lo limitò; abitò nel grembo eppure Egli era infinito; il Creatore di ogni carne visse nel grembo.
Colui che siede al di sopra dei cherubini abitò in una figlia di carne; il fuoco che consuma fu messo nella carne; lo Spirito invisible fu rivestito di carne; Egli nacque da ciò che era nascosto verso ciò che era aperto; Colui che dà forma ai bambini nel grembo divenne Egli stesso bambino; lo avvolsero in panni, Lui che era vestito di luce.
Egli abitò nella casa del povero come uno che era poverso; come Re inviò messaggeri perché gli portassero doni da lontano.
Colui che fa conoscere alla mucca il suo proprietario, dormì in una stalla. Crebbe come un bambino e lo adorarono come Signore di tutte le cose. Camminò come uomo eppure operò come Dio.
Volontariamente divenne affamato come figlio dell’uomo e accordò a molti affamati di essere saziati con un piccolo pane, secondo il Suo potere. Fu assetato come un uomo che muore, e trasformò l’acqua in vino come Lui che è capace di dare vita a tutti.
Dormì come i figli della carne, e risvegliò e sgridò i venti come Creatore. Si stancò e riposò come umile, e camminò sulle acqua e come eccelso.
Lo picchiarono sulla fronte come servo ed Egli ci liberò dal giogo del peccato come Signore di ogni cosa. Sopportò ogni cosa. Colui che guarì il cieco con il suo sputo e ci diede lo Spirito Santo ricevette lo sputo degli impuri.
Colui che perdona i peccati, fu accusato da loro come un peccatore. Il giudice dei giudici fu giudicato da loro. Fu crocifisso sull’albero per distruggere il peccato. Fu contato tra i peccatori per annoverarci tra i giusti.
Morì per sua propria volontà e fu seppellito volontariamente. Morì per distruggere la morte. Morì per dare la vita ai morti. Fu seppellito per far risorgere coloro che erano sepolti, per conservare i viventi, per purificare gli impuri, per giustificare i peccatori, per riunire insieme coloro che erano dispersi, e per riportare i peccatori alla gloria e all’onore.
Gloria, onore e gratitudine a Te per sempre.
Diacono: Guardate verso oriente.
Sacerdote: Per i morti che Tu risuscitasti, per i vivi che Tu conservasti, per gli impuri che Tu purificasti, per gli ingiusti che Tu giustificasti, per i dispersi che Tu riunisti, per i peccatori che Tu riportasti, Tu devi essere creduto. Amen.
Noi Ti adoriamo e Ti glorifichiamo, Tu che sei l’oggetto della saggezza, la parola del consiglio, il tesoro del soccorso, la dimora della beatitudine, la fonte del guadagno, la fontana della profezia, il meraviglioso torrente, glorificato dagli Apostoli, il pozzo di onore, l’ornamento del regno, la pura corono del clero, Tu sei il Re che ha la corona della gloria, Che essi adorano. Tu sei l’origine della gloria, la luce dell’onore,
indumento non tessuto, vestito che non fu filato, via verso il Padre e porta verso Colui che lo generò, tesoro che fu scoperto, perla che fu trovata, talento che fu moltiplicato, lievito che lievita il tutto, sale che dona sapore a chi non ha sapore,
Tu sei la luce che distrugge le tenebre, la candela che illumina il mondo intero, la fondazione inamovibile, la fortezza che non può essere distrutta, la nave che non può affondare, l’abitazione che non può essere minacciata, il facile giogo, il fardello leggero: questo è Gesù Cristo che è potere e saggezza di suo Padre.
Egli pensa a tutti, nutre tutti, dà al cieco luce per vedere, aprendo le finestre che erano chiuse, fa sentire al sordo e fa in modo che l’orecchio sordo senta, toglie dal corpo l’abito della lebbra e lo copre con l’abito della carne.
Rafforza la mano secca e fa camminare il piede zoppo. Rimette in sesto l’anima nel suo corpo e mette lo spirito nella sua abitazione. Affoga il branco di porci per la legione di demoni e toglie la malattia dal corpo malato.
O Sole di giustizia, dalle tue ali, o Sole di giustizia, sorge una fontana di bene.
Gloria, onore e gratitudine a Te per sempre. Amen.

da www.natidallospirito.com

martedì 14 giugno 2011

Appello urgente

Accade in Spagna, e la notizia fa subito il giro del web.
Vorremmo non crederci, e ci auguriamo che il quadro sia diverso, che la stampa abbia – come spesso accade – travisato, esasperato, taciuto tutta la verità.
Perché il fatto è assurdo, oltre che disumano e inspiegabile. Una madre che si vede sottratta la figlia di quindici mesi perché la allatta ancora al seno, e a richiesta!
La madre, di origine marocchina, è accolta in un centro per il sostegno alla famiglia e alle madri bisognose. La sua bambina ha 15 mesi, lei l’allatta al seno, e rifiuta le richieste di interrompere l’”insana” abitudine.
Sentenza: la ventiduenne marocchina viene allontanata dalla figlia per “comprovata instabilità mentale” e assenza delle “abilità necessarie” all’accudimento della bambina.
La causa di questa coppia – separata e accolta in due strutture diverse – ha già fatto il giro di Internet, con una pagina facebook in difesa di madre e figlia e una petizione per la raccolta di firme per ottenerne il ricongiungimento.
La dottoressa Ibone Olza, psichiatra, che ha avuto modo di incontrare la madre, afferma che la donna non soffre di alcun disturbo psichico, ma che, anzi, è una madre amorevole e sensibile“.
Non si capisce quindi perché accanirsi su una madre e una figlia perché unite da un gesto tanto innocente quanto naturale e amorevole come l’allattamento al seno.
Il Tribunale dei Minori di Madrid si sta già occupando del caso, e ci auguriamo tutti che questa triste vicenda abbia un lieto fine.
Per firmare la petizione in favore di Habiba (la mamma protagonista della triste vicenda), clicca qui.