venerdì 14 giugno 2013

Il santo del perduto e ritrovato

Le origini di San Fanurio erano incerte fino a quando si viene a sapere che gli Hagarenes dell’ isola di Rodi usavano qui raccogliere le pietre per le loro costruzioni.
E 'così accaduto che, durante gli scavi e rafforzando quel posto, hanno scoperto una bella chiesa , che era stata in parte sepolta dalle rovine del tempo. Scavando fino al pavimento del tempio, hanno trovato molte icone sacre, tutte molto rovinate e  fatiscenti, 
ma l'icona del santo Phanourios era tutta intera, anzi, sembrava come se fosse stata dipinta, ma quello stesso giorno.
E quando tutto questo venerabile tempio è stato scoperto, insieme con le sue icone sacre, il “vescovo” di quel luogo, Nilo per nome,
un uomo di grande santità e di apprendimento, è venuto a leggere l’iscrizione dell’icona, che diceva: "Il Santo Phanourios . "

 Il santo è raffigurato sulla icona come segue: E 'stato mostrato come un uomo giovane, vestito come un soldato, portando una croce nella mano destra, e nella parte superiore della croce c'era una candela accesa.
Intorno al perimetro del icona erano raffigurate dodici scene di martirio del santo,egli infatti ha subito prima di morire 12 torture:
che mostrano prima il santo in corso di interrogatorio davanti ad un magistrato, poi in mezzo ai soldati, che lo stavano battendo sulla bocca e sulla testa con delle pietre, poi disteso sulla terra, mentre i soldati lo frustano, poi, spogliato nudo mentre si appende la sua carne con ganci di ferro, poi rinchiuso in una prigione, e di nuovo in piedi davanti al tribunale del tiranno, poi viene bruciato in varie parti del corpo con delle torcie accese, poi legato a un palo, poi gettato in mezzo a delle belve feroci, poi schiacciato da un masso, poi in piedi davanti a idoli tenendo carboni ardenti in mano, mentre un demone vicino piangeva e si lamentava poiche’ lo tentava invano di desistere e rinunciare al suo credo,, e infine  è mostrato in piedi eretto nel bel mezzo di una fornace ardente, le sue mani, per così dire, alzate verso il Cielo oltre la MORTE.  (che torture!)

Da queste dodici scene rappresentate sulla icona, il prelato percepi’ che il santo era un martire.
Questa chiesa, così è stata restaurata al di fuori della città ed e’ stata a lui dedicata. Ed è diventata la testimone di molti miracoli, per tutti coloro che amano e venerano il giovane santo . 

Il nome di San Phanourios 'dà un suggerimento su un'altra tradizione: "Phanourios" deriva dalla parola greca, φανερώνω "phanerono", che significa "Io rivelo".
Quindi egli e’ anche conosciuto per aiutare le persone a trovare le cose perdute. Infatti e’ detto  “IL SANTO DEL PERDUTO E RITROVATO”
Sono moltissime  le persone che possono testimoniare che questo accade davvero
Nel giorno del Santo, c'è una tradizione: i fedeli cuociono un pane speciale, e lo dividono con i poveri, in nome  suo e di suo madre, o per condividerlo con almeno 7 persone

Il pane viene prima portato in chiesa per essere benedetto.

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Phanouropita
Pane di San Phanourios '

Preriscaldare il forno a 350.
1 tazza di zucchero
1 tazza di olio
2 tazze di succo d'arancia
3 / 4 tazza di uvetta
3 / 4 tazza di noci tritate
1 cucchiaino. bicarbonato di sodio
4 tazze di farina

Mescolate l'olio e zucchero, e sbattere fino a che non è un giallo crema. Questa operazione potrebbe richiedere molto tempo.

Mettere il bicarbonato di sodio nel succo d'arancia, e mescolare fino alla dissoluzione. Aggiungere la farina, poi l'uvetta e noci.

Versare l'impasto in una pirofila 9 "x13" e infornare a 350 ° C. per 45 minuti (o fino a quando uno stuzzicadenti pulito immerso nella torta esce pulito.)

Se si voleva mettere le spezie nella pastella,occorre andare con una piccola quantità (1 / 4. Cucchiaino o meno) di chiodi di garofano .
GRAZIE
carmen di  www.spaziosacro.it

Proprietà dell'argento colloidale

L’argento è stato utilizzato durante la storia in più occasioni come antibiotico naturale dato che non esistevano ancora gli antibiotici chimici che noi tutti oggi conosciamo. Questa soluzione naturale è in grado infatti di agire su più fronti eliminando non solo virus e batteri ma anche funghi di ogni specie, in sostanza può neutralizzare l’effetto di ‘qualsiasi’ (così dicono!) essere monocellulare senza però incidere in alcun modo sugli enzimi del nostro corpo.
Vediamo allora quali sono i possibili utilizzi…

USO TOPICO:
Sembra che con l’argento colloidale ionico si ottengano ottimi risultati sia in caso di ustioni (dato che va a stimolare la formazione di nuove cellule), sia in caso di acne, ferite, eritemi, verruche, psoriasi, micosi e tante altre problematiche della pelle. Non brucia e si può applicare direttamente sulle ferite aperte oppure si può lasciare agire, ad esempio sulle verruche, coprendole con un cerotto umido da applicare per più giorni. È possibile utilizzarlo anche per infezioni ad occhi e orecchie.

USO INTERNO (vi sconsiglio l’autoprescrizione!!! Bisogna saper valutare bene il dosaggio e scegliere un prodotto di qualità dato che ce ne sono molti sul mercato non affidabili):
Con l’argento colloidale ionico si possono trattare tutti quei disturbi dovuti alla presenza di virus, batteri o funghi nel nostro corpo. Cioè quasi tutto ;-) tra le cose più comuni ci sono :

• Infezioni alle vie respiratorie
• Problemi intestinali e dirette conseguenze (comprese colite e candida)
• Cistiti e irritazioni alla vescica
• Influenza

Ma è in grado di alleviare anche altri disturbi come allergie, reumatismi e artrite. Con l'assunzione di argento colloidale si rafforza inoltre il sistema immunitario tanto che qualcuno lo considera un vero e proprio secondo sistema immunitario in grado di lavorare in stretta connessione con il primo!

Altri utilizzi dell’argento colloidale ionico sono per:

• Depurare l’acqua delle piscine
• Migliorare la conservazione dei cibi fatti in casa
• Eliminare funghi e parassiti dalle piante
• Eliminare il marciume del legno e le muffe
• Disinfettare la lettiera degli animali domestici
• Sterilizzare qualunque oggetto
• Lavare frutta e verdura

L’argento colloidale è stato usato con successo anche sugli animali per combattere infezioni dovute a batteri e parassiti.
Mi sembra un prodotto interessante, quanto meno da valutare…se qualcuno di voi l’ha già usato con successo mi faccia sapere…
Se invece volete documentarvi meglio sull’argomento potete leggere “Uso terapeutico dell’argento colloidale. Prezioso antibiotico naturale” Macro Edizioni.
Fonte: www.spaziosacro.it

I rischi della plastica

Plastica e cibo, quale sicurezza? Viviamo nell'era della plastica e rinunciare completamente a tale materiale può apparire al momento impossibile, dato che esso si rivela praticamente onnipresente. Vi sono però alcuni accorgimenti che possono permettere di evitare di consumare alimenti che siano stati a lungo a contatto con la plastica, con particolare riferimento alle tipologie di tale materiale in grado di cedere le sostanze in esse contenute alle bevande o ai cibi che contengono.
E' ormai ben nota la fama negativa del bisfenolo A, conosciuto anche come BPA, un interferente endocrino in grado di trasmigrare facilmente dalle confezioni al loro contenuto alimentare, con particolare riferimento ai liquidi. Il BPA è un componente chimico che potrebbe compromettere il corretto funzionamento del nostro sistema ormonale, causare danni al nascituro e provocare infertilità. Può essere impiegato per la produzione di contenitori e di bottiglie di plastica, oltre che di contenitori in latta utilizzati da parte dell'industria alimentare, soprattutto nel caso in cui all'interno di essi sia presente un rivestimento in plastica. Nel dubbio che possano contenere BPA, il consumo di alimenti contenuti nelle suddette confezioni andrebbe limitato.
La plastica tende a rilasciare le proprie sostanze a contatto con alimenti grassi ed in presenza di calore. Attenzione dunque a non conservare in luoghi eccessivamente caldi alimenti grassi che si trovino avvolti da un involucro plastificato. Attenzione anche agli alimenti confezionati che possono essere inseriti direttamente nel microonde; le sostanze in essi contenute, comprensive di collanti, potrebbero migrare dalla confezione al cibo, in particolare nel caso del PET. Secondo uno studio condotto da parte dell'FDA nel 1988, alcuni componenti delle confezioni adatte ad essere inserite nel microonde hanno mostrato di poter migrare verso il cibo riscaldato, rilasciando bassi livelli della sostanza cancerogena denominata benzene.
Per quanto riguarda l'utilizzo di piatti e contenitori di plastica in cucina, nel momento in cui non se ne potesse fare a meno, risulta comunque consigliabile di evitare il loro contatto con alimenti caldi, proprio poiché il calore tende a favorire il passaggio delle sostanze indesiderate contenute nelle materie plastiche dal contenitore al loro contenuto. E' possibile, ad esempio, sostituire i contenitori sottovuoto in plastica con alternative in vetro. I thermos e le borracce in plastica possono essere sostituiti da contenitori in acciaio.
Al momento dell'acquisto degli alimenti, è bene tenere presente come i componenti delle confezioni in plastica possano migrare verso gli alimenti soprattutto nel caso in cui essi contengano una parte liquida, alcol o grassi. Ad esempio, dunque, nell'acquisto dell'olio, è consigliabile preferire prodotti contenuti in bottiglie di vetro.
Al momento non esisterebbero ricerche scientifiche in grado di indicare le quantità di sostanze provenienti dalle confezioni in plastica degli alimenti che risultino effettivamente in grado di raggiungere il nostro organismo. Vi è inoltre il dubbio che, in generale, sia il packaging per gli alimenti che i contenitori ad uso domestico vengano considerati sicuri non tanto perché ciò sia stato provato, quanto poiché non esistano evidenze scientifiche che essi siano pericolosi. Eppure è già stato accertato che sostanze come il BPA sono effettivamente in grado di raggiungere il nostro organismo.
Quali oggetti sarebbe bene evitare in caso di dubbi sulla loro composizione? Piatti, bicchieri e posate di plastica. Piatti di plastica e contenitori del medesimo materiale pensati per la cottura in microonde. Utensili da cucina in plastica che vengano impiegati a contatto con pentole e padelle calde; questi ultimi possono essere facilmente sostituibili con alternative in legno.
Possiamo fidarci dei contenitori e delle confezioni in plastica etichettate come BPA Free? Secondo uno studio recente, il fatto che un prodotto sia indicato come privo di bisfenolo A non determinerebbe una garanzia di sicurezza. Da test effettuati da parte degli esperti sarebbe infatti emerso come anche dai contenitori indicati come BPA Free potessero provenire sostanze chimiche potenzialmente in grado di essere trasmesse agli alimenti.
Esistono materie plastiche più sicure di altre? Dato che la possibilità di produrre plastica priva di interferenti endocrini è concreta, in mancanza di alternative sarebbe bene orientarsi verso tale scelta, al fine di evitare spiacevoli conseguenze sull'organismo, della cui entità potremo avere certezza forse soltanto in futuro. E' bene infine sapere che esistono materie plastiche considerate adatte alla conservazione degli alimenti. In Italia si tratta delle seguenti tipologie di plastica:
- PET o PETE (01) polietilene tereftalato: bottiglie d'acqua, bibite e flaconi di shampoo
- HDPE (02) polietilene ad alta densità: vasetti di yogurt, flaconi di detersivo
- LDPE (04) polietilene a bassa densità: sacchetti per i surgelati e bottiglie spremibili
- PP (05) polipropilene: bottiglie di ketchup
Per ulteriori informazioni in proposito: Plastica e alimenti: come riconoscere le materie plastiche da non usare mai con i cibi.
Marta Albè

giovedì 13 giugno 2013

Un uomo perbene

Normalmente i testi sacri non si recensiscono, ma gli apocrifi sono un caso a sè: il motivo per cui sono stati esclusi dal  canone e non vengono mai letti in chiesa è proprio il grn miscuglio che si è creato t ra le verità di fede e la fantasia dei traduttori, che spazia dalla poesia pura fino allo spiritismo di bassa lega. Nel mezzo c'è il vero miraggio di chiunque sappia tenere una penna in mano: riferire i fatti allo stato puro, senza aggiungere o togliere una sola virgola, che è poi il segno grafico di un respiro.
Ci sono riusciti gli anonimi autori dei Vangeli dell'infanzia, raccogliendo testimonianze sugli anni di Gesù in Egitto che solo una persona poteva conoscere. E' in questi episodi, non in certi "messaggi" di dubbia provenienza, che si sente la voce di Maria e tutta la sua riconoscenza verso il marito che più volte l'aveva salvata da un mare di guai. Il primo episodio è quello che tuti conoscono: a quei tempi l'adulterio era un reato punito con la lapidazione, e Giuseppe non voleva che la sua fidanzata fosse condannata a morte: qualunque cosa fosse accaduta durante la sua assenza, quel bambino non ne aveva colpa. E anche quando furono tutti al sicuro in Egitto, non doveva essere facile vivere assieme a una donna abituata a parlare con gli angeli e un bambino che giocava a compiere prodigi.
Giuseppe, più di Giovanni Battista, è stato l'ultimo personaggio del Vecchio Testamento: non aveva mai avuto tendenze mistiche in vita sua, portava avanti la sua bottega e ringraziava il Signore per la prosperità che gli concedeva: se il suo figlio adottivo avesse provato a spiegargli in anticipo quel famoso paragone dei gigli del campo (che è rivolto a tutto il popolo e non solo a pochi eletti, anche se nessun parroco si azzarda a dirlo apertamente), forse non ne avrebbe capito il senso. Come san Pietro, era forse un tipo un po' brusco, ma persona perbene: non leggiamo una sola volta che abbia caricato dei pesi sulle spalle della moglie, o che l'abbia mai lasciata in laboratorio a sostituirlo e tantomeno ha mai sfruttato la sua istruzione al tempio per mandarla a fare la scriba o a litigare al banco delle imposte.
Oggi, anno Domini 2013, dietro queste pagine c'è una blogger che soffre terribilmente del vizio dell'ira, specie di fronte a certi episodi. Ogni volta che sto per alzare le mani su qualcuno, vorrei avere la prontezza di invocare s. Giuseppe o qualsiasi altro abitante del cielo, perchè vada a difendere quelle povere schiave; perchè ragionando a mente fredda, mi rendo conto che se riesco a pregare per loro, diventa una guardia anche per me contro il vero ideatore di tutte le prepotenze del mondo.

giovedì 30 maggio 2013

Come vadìa il cielo

Navigando in Rete alla ricerca di contenuti per questo blog ogni tanto finisco su qualche sito, per lo più cattolico, dove si dicono peste e corna sulle medicine alternative e si invitano i pazienti a confessarsi o perfino ad andare dall'esorcista. Certo mi è già capitato di leggere che qualche ricercatore, per lo più agnostico, confonda il prana con lo Spirito Santo e l'intuito con il dono della profezia, e chi ha un basso grado di istruzione rischia di prendere per buone certe castronerie: è un po' più preoccupante che anche dei pastori di anime non sappiano distinguere le cose e finiscano per gettare via il bambino con l'acqua sporca. Per chiarirsi le idee non serve un diploma in teologia, basta il Credo: Dio è uno solo in tre persone, tutte le altre "cose invisibili" sono creature con diversi gradi di coscienza e vanno trattate come tali. Tanto per rendere l'idea:
- l'energia non è lo Spirito Santo;
- di conseguenza non si invoca l'energia, ma ci si concentra per farla scorrere meglio;
- i deva non sono angeli e gli archetipi non sono dèi;
- il campo quantico non è "la mente di Dio";
- i trattamenti reiki non sono magia, non più di una radiografia o un bombardamento a ultrasuoni;
-... e via blaterando.
A leggere certe cose sembra di essere rimasti al Rinascimento, quando si prendeva come un articolo di fede che il sole girasse intorno alla Terra, le autopsie erano vietate e ci si chiedeva se gli indios avessero o meno un'anima. L'unica differenza è che oggi ai somari con la tonaca (non tutti, per carità) si sono aggiunti quelli in borghese: nessuno finisce più al rogo, ma la querela è sempre dietro l'angolo e lo Stato che fa mille difficoltà agli operatori olistici è lo stesso che poi autorizza gli esperimenti su povere bestie inermi per testare magari uno sciroppo per la tosse.
L'ultima perla di saggezza è una sentenza recente in cui si dice che un embrione quiescente sotto azoto liquido, perduto per un guasto elettrico, non può essere considerato un essere umano: e allora cos'è, un vaso di petunie? Ognuno può capire come si possa parlare di ricerca con una classe dirigente che ragiona in questo modo. Sarebbe bastata una spettrografia Kirlian sui superstiti per osservare che il loro campo eterico aveva un "di più" rispetto alla semplice somma delle vibrazioni emesse dai genitori biologici. Ciò non significa che sia la vibrazione a dare la vita, casomai la dimostra, ma per il giudice sarebbe stato sufficiente per dire che i corpi in quello stadio sono individui a sè stanti e non semplici campioni istologici.
Grazie agli studi del prof. Eerwin Laszlo, oggi sappiamo che quella particolare frequenza proviene dal campo quantico, il contenitore cosmico di tutta la materia e l'energia conosciute, ma non possiamo sapere con certezza come ha fatto a finirci dentro, perchè non è quello il compito della scienza. Come tentava di spiegare Galileo già nel 1615, " le Scritture Sante dicon di come si vadìa al cielo, non come vadìa il cielo"

giovedì 2 maggio 2013

Sono bambini, non sono cretini

Vicino a casa mia c'è una grossa libreria religiosa il cui titolare è uno zuccone perchè, pur sapendo benissimo che esistono opere di valore ed esiste anche un pubblico che le cerca, continua a riempire quasi tutti i suoi scaffali con volumetti di scarso contenuto, lasciando quei pochi libri che valgono la pena di essere comprati in un angolo vicino allo sgabuzzino. I titoli per ragazzi poi fanno cascare le braccia: libretti della Messa che da oltre quarant'anni propongono le solite canzonette simil-gospel, errori di traduzione da prima liceo, tagli politicamente corretti sulle pagine più dure della Scritura (poi non lamentiamoci se contro i ficcanasi e gli invidiosi di turno la gente si rivolge alla stregoneria). Come se non bastasse, nel Paese di Masaccio e di Cimabue gli editori non riescono a trovare illustrazioni che non siano angioletti naif o scene bibliche disegnate a fumetto.
Io li ho scoperti molto tardi perchè vent'anni fa ero atea, e con delle basi del genere forse sarei diventata pure laicista. Se oggi sono all'opposto, lo devo a una nonna senza troppa istruzione ma con le idee chiare, che aveva in casa dei libretti di devozione popolare scritti tra Ottocento e Novecento, e poichè non ci vedeva più tanto bene mi chiedeva di leggerle a voce alta qualche brano in latino, spiegandomelo poi in dialetto. Ora io non credo di essere un genio, ma neanche di aver bisogno di libretti per capire un rito che, proprio perchè sacro, sfugge ad ogni spiegazione: o si crede, o non si crede, si possono anche avere dubbi ma è l'esperienza che li chiarisce, non certo un manuale.
Questo vale a tutte le età, basti pensare a tanti che a causa della loro fede hanno perso la vita: Tarcisio, Agnese, Filoteia... tutti ragazzini, che forse non avevano mai imparato a leggere ma sapevano bene cosa era la Verità e cosa no. Anche senza scomodare i santi, fino a cinquant'anni fa i ragazzi, almeno in Italia, iniziavano il seminario intorno ai dieci anni, e se loro imparavano a dire la Messa in latino, perchè mai quelli di oggi non dovrebbero essere capaci ad ascoltarla in italiano?
Fino a prova contraria, i nati di questo secolo non sono stati tutti colpiti da un fulmine, e allora perchè trattarli come dei rimbambiti? La realtà è che i bambini sono molto più intelligenti di quanto si pensa, hanno solo bisogno delle condizioni adatte per dimostrarlo.

giovedì 11 aprile 2013

La violenza sulle donne

Esiste una forma di violenza sulle donne che troppo spoesso viene relegata nel silenzio, forse meno appariscente ma molto più diffusa: non si manifesta con atti sessuali nè con percosse, ma prende di mira il sistema nervoso.
I due emisferi che compongono il cervello hanno funzioni molto diverse, brevemente illustrate qui: http://www.lematpercorsi.com/2012/11/emisfero-destro-e-sinistro-come-funzionano-cervello-e-creativita/.
Nelle donne, a meno che non si siano verificate anomalie durante la fase prenatale, prevale l'emisfero destro: si possono fare mille ipotesi sulle ragioni per cui il cervello umano si è evoluto in questo modo, fatto è che la base della salute mentale femminile sta nell'uso spontaneo, fisiologico, dell'emisfero destro più che del sinistro.
Nella nostra società però le cose non stanno proprio così: fin dai primi anni di vita le bambine vengono obbligate a seguire lo stesso metodo di apprendimento dei maschietti, tutto centrato sulla logica e sul pensiero lineare: in tutte le scuole, anche dove non ci sono classi miste, gli argomenti "importanti" sonno lo studio a memoria, il calcolo, la grammatica e così via, mentre le abilità creative restano in secondo piano e spesso il loro uytilizzo viene scoraggiato e bollato come una perdita di tempo: se si pensa che a quell'età il cervello è in piena fase di sviluppo, è facile indovinare quale emisfero si espanderà a sacapito dell'altro... il risultato, si badi bene, non è l'armonizzazione degli emisferi, ma una incipiente atrofia di quello destro e uno stato di tensione continua nella malcapitata bambina che nel migliore dei casi verrà etichettata come "lunatica", nel peggiore inizierà una lunga serie di trattamenti con antidepressivi.
Dal punto di vista del comportamento, uno sviluppo eccessivo dell'emisfero sinistro reprime, oltre alla creatività, anche l'espressione emotiva e questo ancora oggi viene spacciato come un indizio di maturità e intelligenza: basti pensare che qualche anno fa una ditta americana propose al mercato dei bambolotti che imitavano l'allattamento naturale, e fu un diluvio di critiche perchè molti (psicologi, sociologi, tuttologi) temevano che quel giocattolo potesse "risvegliare l'istinto materno"... credevano forse di essere nati sotto un cavolo? Allo stesso modo si cerca di impedire con mille pretesti le risse e le prove di forza tra i ragazzini maschi trasformandoli in piccoli nerd: è vero che il cervello maschile prevede questa possibilità, ma solo come "ruota di scorta" per gli organismi più deboli, non per chi ha un fisico sano e robusto.
Le differenze esistono fin dalla nascita, ma con la pubertà si accentuano: chiunque vive con una donna conosce bene gli effetti psicologici del continuo saliscendi dei suoi ormoni, e il buon senso imporrebbe di proteggere la sua mente da tutto ciò che la potrebbe turbare: invece da ogni parte si preme per assegnare alle donne gli incarichi più complessi, scomodi, pieni di problemi e perfino pericolosi (ricordate le inviate di guerra in Afghanistan?).
Alcuni chiamano tutto questo progresso, civiltà, opportunità, azioni positive... e via blaterando. IO la chiamo VIOLENZA.

PS: mentre scrivevo queste righe mi è giunta la notizia della morte di Margaret Thatcher: al di là delle ideologie, la sua vita è la prova più evidente degli effetti a catena che può provocare la violenza sulla mente femminile. Quando il buon Dio la giudicherà, questa donna non si troverà da sola, ma insieme a tutti coloro che hanno avvelenato a morte la sua anima. Il punto ora è: visto l'andazzo pseudo-educativo, quante lady di ferro rischiamo di trovarci tra i piedi?

La febbre nei bambini

La febbre è un evento comune nei bambini di ogni età e mette in crisi molti genitori, soprattutto se alle prime armi, ma vediamo quando dobbiamo parlare di vera e propria FEBBRE.


Si parla di febbre quando si ha un aumento della temperatura corporea superiore a 38° C ( o 38,5°C per via rettale). Vi stupirò dicendovi che non è una malattia, ma un sintomo che qualcosa non va nell’organismo: è una reazione di difesa contro batteri e virus.

La macchina meravigliosamente perfetta che è il nostro corpo fa salire la temperatura per inibire la riproduzione di virus e batteri. E’ per questo che bisogna lasciarla “sfogare” anzichè “bloccarla”, abbassandola solo quando è effettivamente necessario farlo.

Prima di tutto è importante monitorare la temperatura del bambino per via rettale (sotto i 2 anni) o ascellare ( bambini più grandi o in caso di diarrea), ma mai al risveglio o dopo un pasto. Se si ha difficoltà nel misurare la temperatura nei due modi precedenti, si può optare per i termometri a infrarossi auricolari, che sono molto precisi: l’unica accortezza deve essere quella di tenerli nella stessa stanza dove alloggia il bambino e dove si misura la temperatura da almeno mezz’ora, per acclimatarli.

Ora, se la febbre non supera i 38°C, se il bambino ha più di sei mesi ed è comunque un bambino normalmente in buone condizioni di salute, si può tranquillamente agire nel seguente modo:

- non coprire il bimbo eccessivamente;

- fargli bere tanti liquidi (acqua, succhi di frutta preparati in casa o da agricoltura biologica, spremute, tisane non zuccherate) ed evitare di nutrirlo controvoglia: in caso abbia appetito, preferire brodi vegetali e alimenti leggeri (niente proteine animali, niente zuccheri raffinati);

- inumidirgli fronte e polsi con pezzuole bagnate in acqua tiepida (non ghiacciata o fredda, perchè un brusco abbassamento della temperatura potrebbe portare a un collasso!).

Quando, però, la febbre è elevata (39°C) e non si abbassa nell’arco di 24-48 ore, quando compaiono manifestazioni evidenti a carico di un organo (esempio otite, infezioni intestinali, macchie sulla pelle, ecc…) o altri sintomi (rigidità del collo, stato confusionale, difficoltà a respirare), è consigliabile consultare il proprio pediatra.

Ora vediamo come può aiutarci la nostra amica omeopatia, ma mi raccomando: non mi stancherò mai di dirvi che questi consigli non vogliono in alcun modo sostituirsi al rapporto con il proprio pediatra o medico, a cui anche una telefonatina non guasta mai e, soprattutto, rende tranquilli i genitori più ansiosi.

In ogni caso consiglio sempre e comunque l’ANAS BARBARIAE 200K[1] tubi dose (per bambini fino a 18 mesi) o il preparato più complesso contenete anche Vincetoxynum, Influenzinum, Echinacea, Rame e Belladonna[2], sempre in tubi dose (per bambini oltre i 18mesi e per adulti), da assumersi con le seguenti modalità:

- il primo[1],1 t.d.ogni 6 ore, fino a un massimo 3 somministrazioni nel primo giorno, poi 1 t.d. ogni 12 ore nei successivi 2-3 giorni;

- il secondo[2], 1 t.d. suddiviso in piccole prese (6-8) da ripetere ogni 2 ore nel primo giorno e, il giorno dopo , 1 presa ogni 12 ore per 2-3 giorni.

A questi preparati si abbinano, per i primi stadi della febbre, ACONITUM NAPELLUS e BELLADONNA, indicati entrambi per febbre a esordio improvviso ed elevata: il primo è più indicato se la febbre si aggrava intorno alle 24 e la pelle è secca; il secondo per febbre che, in genere, si accompagna a stati infiammatori e si presenta con pelle arrossata e sudata.

Vanno somministrati entrambi nella dose di 3 granuli 5 CH anche ogni mezz’ora, fino a miglioramento dei sintomi, poi ogni 2-3 ore oppure, per bambini più piccoli, 10 granuli diluiti in c.ca 100ml di acqua e di questa soluzione 1 sorso ogni ora

DULCAMARA è invece il rimedio della febbre da freddo umido, da pioggia, non molto alta: 3 granuli 5CH ogni 2-3 ore fino a miglioramento
In tutti i casi bisogna sospendere la terapia 24 ore dopo il miglioramento.
Se si ha difficoltà a individuare la causa della febbre, esiste in commercio un preparato contenete ACONITUM, BRYONIA, EUPATORIUM, GELSEMIUM, PHOSPHORUS, in grado di contrastare i diversi tipi di febbre, anche quella da sindrome influenzale: ai primi sintomi, 5-7 globuli sciolti in bocca o in poca acqua ogni 30 minuti, poi diradare fino a 3 volte al giorno.

Ricordo, inoltre, che tutti i rimedi omeopatici in granuli, globuli, gocce, fiale bevibili vanno assunti a digiuno, mezz’ora prima o 2 ore dopo i pasti e lontano dai sapori forti.
Per chi volesse, esistono delle supposte a cui sono molto affezionata e che trovo validissime. Sono composte da CHAMOMILLA, BELLADONNA, DULCAMARA, PLANTAGO MAJOR, PULSATILLA, CALCIUM CARBONICUM e sono molto efficaci per gli stati febbrili accompagnati da eccitazione, pianto, dolori da dentizione o colichette: 1 supposta (1/2 per lattanti fino a 6 mesi) ogni 6 ore (massimo 3 volte al giorno).
Non dimenticate una bella integrazione di vitamina C con olivello spinoso e, magari, tante spremute di arancia (solo per bambini dai 10 mesi in poi).
E se sono mamma e papà ad ammalarsi? Tutto quanto detto e illustrato finora va bene anche per noi adulti, ma con una “coccola” in più: delle belle tisane “scaccia-febbre” a base di tiglio, verbena o eucalipto. In commercio se ne trovano di ottime già pronte e provenienti da agricoltura biologica oppure potete chiedere al vostro erborista di fiducia una composizione adatta allo scopo.

mercoledì 10 aprile 2013

Il primato dell’uomo sugli angeli

La parola latina “persona”, come il termine greco “prosopon”, significa “maschera” e contiene una profonda filosofia della persona umana. Esistere significa partecipare all’essere o al nulla. L’uomo può fare di sé un’icona di Dio, o diventare la smorfia demoniaca, una scimmiottatura di Dio. “Chi è presso di me è presso al fuoco”, dice un antico agrafon, chi l’ascolta “non cessa di aggiungere fuoco al fuoco” (San Giovanni Climaco, Scala). Ma l’uomo può ravvivare una fiamma di amore, oppure il fuoco della geenna; può convertire il suo sì in un infinito di unioni, può anche con il suo no disintegrare il suo essere in divisioni e solitudini infernali.
Creato a  immagine e somiglianza di Dio, l’uomo possiede un orientamento essenziale che lo determina. La somiglianza si propone come realizzazione personale dell’immagine oggettiva. Essa mette in moto l’epectasi, la tensione intenzionale verso l’alto, verso l’Altissimo. Come la copia è attratta dal suo originale, così l’uomo-immagine aspira a superarsi per gettarsi in Dio e trovarvi l’acquietamento della sua nostalgia. La santità non è altro che la sete dell’inestinguibile, l’intensità del desiderio di Dio. Alla sua luce, la cultura ascetica dell’attenzione spirituale impara l’arte inestimabile di vedere ogni essere umano come una immagine di Dio. “Il monaco perfetto” dice san Nilo del Sinai, “considererà, dopo Dio, tutti gli uomini come Dio stesso”. Questa maniera iconografica di riguardare ad ogni uomo spiega il grande ottimismo dei grandi asceti e la tonalità gioiosa, la valutazione massimalistica e autenticamente evangelica dell’uomo, e ciò dipende sempre da quel rispetto infinito per l’uomo come “luogo di Dio”.
Si comprende allora la portata dell’Ave nel saluto che san Serafino rivolgeva a ogni uomo che incontrava: “Mia gioia!”. Egli vedeva venirgli incontro Dio stesso, leggeva il suo amore su ogni volto e gioiosamente salutava la sua presenza.
Creato spirito incarnato, l’uomo si pone tra la spiritualità degli angeli e la carnalità di questo mondo. San Gregorio Palamas vede in questa posizione il primato dell’uomo sugli angeli. Gli angeli sono le “seconde luci”, essi riflettono la luce di Dio; l’uomo si trasmuta in luce e illumina il mondo: “Voi siete la luce del mondo”. Il nimbo dei santi n è un’indicazione. La natura cosmica del mondo come pure il proprio corpo, è la biosfera dello spirito umano; artista-creatore, con questi elementi egli è chiamato a creare i valori del regno, e perciò gli angeli lo servono.
Pavel Evdokimov

Che cosa sono le forme-pensiero

Le forme pensiero,dette anche larve,sono piccoli ammassi di energia che si presentano come piccole luci,raramente sono di forma perfettamente sferica e più spesso invece hanno contorni irregolari.La mia vista è abbastanza buona,per cui posso affermare con ragionevole certezza,a meno che qualcuno non mi contraddica(in questo caso i commenti sono ben accetti),che quasi tutte sono di colore biancastro,raramente mi capita di osservarne gialle scure,marroni o nere(in questi casi specifici credo che siano forme pensiero che hanno perso la loro energia e che stanno "morendo").Non mi è mai capitato invece di vedere forme pensiero mostruose o di forma antropomorfa,credo che questo dipenda in parte dalla mia buona quantità energetica che non permette l'avvicinamento,e in parte da un pò di sana fortuna.


Alcuni le chiamano fiammelle ,normalmente si formano attraverso pensieri ossessivi o continui,ma non è raro che,in persone dotate di un 'aura abbastanza potente,possano crearsi immediatamente,qualsiasi cosa esse pensino,negativa o positiva.Per le persone "normali" questo è un pò più complicato,ma posso dire con certezza quasi assoluta,che con sentimenti quali la paura o una fortissima arrabbiatura,anche i meno dotati energeticamente possano creare all'istante il loro pensiero.

La prova di questo,per chi non vede ,è abbastanza semplice.Non vi sentite mai stanchi dopo esservi arrabbiati o dopo una forte emozione negativa,pur non avendo compiuto sforzi fisici?Avete impiegato la vostra energia nella materializzazione dei vostri pensieri.Da qui si capisce l'importanza della meditazione (il non pensare pulisce la vostra aura) e il pensiero positivo,che necessita di molta meno energia per rimanere vivo.

Una volta formate,le larve o forme pensiero,come qualsiasi cosa,cercano di sopravvivere,e per sopravvivere devono trovare le giuste "vibrazioni",quelle vibrazioni che possano continuare a nutrirle costantemente.Per questo,chi ha un brutto e ossessivo pensiero se ne libera con molta difficoltà,e per lo stesso motivo,chi pensa negativo attrae forme pensiero consone alla sua vibrazione che rimangono intrappolate vicino finchè possono.Quindi tali pensieri non stanno necessariamente attaccati alla persona che li ha creati,una volta creati se il loro padrone cessa di nutrirli vagano in cerca di "cibo".

I cosidetti stregoni,o comunque tutti coloro che ne hanno facoltà,possono creare forme pensiero per uno scopo preciso,positivo o negativo,per questo è importante conoscere la realtà eterica che ci circonda,è utile sapersi difendere da attacchi occulti e da malesseri di cui spesso non capiamo il motivo.

Come ho gia spiegato,ciò che possiamo fare per difenderci è meditare ,creare pensieri positivi che controbilancino l'energia,e soprattutto,se in voi si manifesta spesso un pensiero che diventa un ossessione e non sapete come liberarvene,fate di tutto per non nutrirlo!ricordatevi che se date ascolto a quel pensiero,vi ossessionerà continuamente.Cercate di fare qualcosa che vi impedisca di pensarlo(non coprite i pensieri con azioni inutili,non dovete mascherarli,dovete pulire la mente),e vedrete che mano a mano se ne andrà.Anche l'ascolto della musica che vi piace può aiutarvi,o qualsiasi hobby che tenga la vostra mente occupata in vibrazioni superiori(pittura,fare sport ,letteratura ecc ecc),ma soprattutto non abbiate mai paura,poichè questa è la base di tutto ciò che ostacola il vostro agire positivo,il cancro della nostra energia.

Fonte: larealtanascosta.blogspot.it

giovedì 7 marzo 2013

Una donna perfetta

Una donna perfetta chi potrà trovarla?


Ben superiore alle perle è il suo valore.

 In lei confida il cuore del marito

e non verrà a mancargli il profitto.
Essa gli dà felicità e non dispiacere

per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino

e li lavora volentieri con le mani.
Ella è simile alle navi di un mercante,

fa venire da lontano le provviste.
Si alza quando ancora è notte

e prepara il cibo alla sua famiglia

e dà ordini alle sue domestiche.
Pensa ad un campo e lo compra

e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.
Si cinge con energia i fianchi

e spiega la forza delle sue braccia.
È soddisfatta, perché il suo traffico va bene,

neppure di notte si spegne la sua lucerna.
Stende la sua mano alla conocchia

e mena il fuso con le dita.
 Apre le sue mani al misero,

stende la mano al povero.
Non teme la neve per la sua famiglia,

perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste.
Si fa delle coperte,

di lino e di porpora sono le sue vesti.
Suo marito è stimato alle porte della città

dove siede con gli anziani del paese.
Confeziona tele di lino e le vende

e fornisce cinture al mercante.
Forza e decoro sono il suo vestito

e se la ride dell'avvenire.
Apre la bocca con saggezza

e sulla sua lingua c'è dottrina di bontà.
 Sorveglia l'andamento della casa;

il pane che mangia non è frutto di pigrizia.
I suoi figli sorgono a proclamarla beata

e suo marito a farne l'elogio:
«Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti,

ma tu le hai superate tutte!».
Fallace è la grazia e vana è la bellezza,

ma la donna che teme Dio è da lodare.



giovedì 14 febbraio 2013

Chi era S. Valentino

Il Martirologio romano, libro liturgico che ogni giorno fissa la ricorrenza del “dies natalis” dei santi e dei martiri per celebrarne la memoria, tra le 6.538 voci che lo compongono, ne riserva una proprio a San Valentino. Come vediamo il Santo è in buona compagnia, ma ben poco è stato tramandato della sua vita e della sua opera oltre un breve cenno sul suo status di ”vescovo e martire”. Valentino nacque a Terni intorno al 175 dopo Cristo, divenne il primo vescovo di quella città nel 197 e subì il martirio prima lapidato poi decapitato il 14 febbraio del 273 a 97 anni, su ordine dell’imperatore Lucio Domizio Aureliano, per aver osato introdurre la religione cristiana in un contesto sociale pagano, quando il Cristianesimo non era ancora stato riconosciuto ufficialmente. La più antica notizia di questo santo risale ad un documento ufficiale della Chiesa del quinto-sesto secolo che riporta l’anniversario della sua morte. Un altro documento dell’ottavo secolo ci narra invece alcuni particolari del suo martirio: la tortura, la decapitazione notturna, la sepoltura ad opera dei suoi discepoli.
La festa di San Valentino, per volere di papa Gelasio I nel 496 che intendeva cancellare una festività pagana piuttosto licenziosa, sostituì i giochi in onore del dio Pane e Luperco – legati alla purificazione dei campi e ai riti di fecondità e celebrati il 15 febbraio, il giorno precedente la commemorazione del Santo. Le sue spoglie furono sepolte sulla collina di Terni, sulla Via Flaminia, nei pressi di una necropoli. Sul luogo sorse nel quarto secolo una basilica nella quale sono custodite le reliquie del santo. Ma un vasetto con il suo sangue si trova anche in un reliquiario di vetro contenente il teschio di Santa Giustina nella Chiesa di San Martino a Torre d’Arese (Pavia). Sull’autenticità di questo sangue, come del resto di moltissime altre reliquie, probabilmente dovremo fare richiamo al sangue di San Gennaro.
Dopo numerose scorrerie prima di Ungari poi Normanni e Saraceni, nel 1605 il vescovo di Terni Giovanni Antonio Onorati, in analogia con le ricerche dei primi martiri a Roma, iniziò le operazioni di ricerca del corpo del Santo. E così il corpo di San Valentino fu rinvenuto in una duplice urna di piombo e di marmo: la testa era separata dal busto, a conferma della decapitazione. Molte città e paesi, oltre Terni, invocano San Valentino come patrono: Bussolengo, Sadali (Cagliari), Abriol (Potenza), Pozzoleone (Vicenza) Vico del Gargano (Foggia)
Ma ora spazio ad alcune leggende. La figura di San Valentino è costellata di leggende che si sono tramandate nei secoli, spesso autoalimentate o addirittura alimentate dagli stessi Benedettini prima e Carmelitani poi che accudirono le spoglie di questo santo, il cui culto si diffuse rapidamente in tutta Europa già dal quinto secolo, forte del grande messaggio d’amore che recava. E l’amore, si sa, travalica mari e monti, vince barriere geografiche e pregiudizi, perché è il più forte sentimento umano.
La leggenda di Serapia e Sabino

Secondo la leggenda Valentino, già vescovo di Terni, riuscì ad unire in matrimonio la giovane cristiana Serapia, gravemente ammalata, e il centurione romano Sabino, anche se l’unione era ferocemente ostacolata dai genitori. Pare proprio che fu questo atto a far divenire San Valentino patrono degli innamorati.



La Leggenda della rosa a due fidanzati

Un giorno San Valentino vide due giovani fidanzati che stavano litigando. Regalò allora una rosa ai due e li pregò di riconciliarsi, stringendo insieme il gambo della rosa e pregando affinché il Signore mantenesse in eterno il loro amore. In seguito la giovane coppia tornò da lui per loro matrimonio. La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni, ormai divenuto patrono dei matrimoni, il 14 di ogni mese.
Variante della leggenda della rosa

I due giovani così riconciliati dal dono della rosa, mentre tornavano a casa videro uno stormo di piccioni e colombe che svolazzavano intorno a loro e che si scambiavano col becco segni di affetto. Questo miracolo molto probabilmente fu la causa del diffondersi dell’espressione “piccioncini” a due innamorati che stanno tubando.
La leggenda del giardino fiorito

San Valentino dalla sua finestra si beava nel vedere bambini giocare nel suo giardino anche perché, quando scendeva, tutti i bambini lo circondavano festanti. Spesso regalava loro un fiore da portare alle loro mamme: così era certo che sarebbero tornati a casa presto. Da questa leggenda deriva la tradizione di donare dei piccoli regali e fiori alle persone a cui vogliamo bene

La leggenda dei piccioni viaggiatori

Questa leggenda si innesta alla precedente: Valentino amava coltivare lui stesso il suo giardino e permetteva ai bambini di giocarci, donando poi loro un fiore. Ma un brutto giorno Valentino fu imprigionato e il giardino chiuso a chiave con grande disappunto dei bambini. Ecco allora un prodigio: i piccioni viaggiatori, che teneva nel giardino, fuggirono dalla gabbia, si posarono sulle sbarre della finestra della sua cella, Valentino li riconobbe, legò un biglietto al collo di uno e una chiave al collo dell’altro. Fu così che con quella chiave e con la benedizione di Valentino scritta sul biglietto i bambini fecero un felice ritorno nel giardino fatato.

Variante della leggenda dei piccioni viaggiatori.

Si narra che Valentino, uscito dal carcere dopo essere stato graziato, si impietosì della cecità della figlia del carceriere e compì il miracolo di ridare la vista a quella povera fanciulla. Ma poi quando l’imperatore lo condannò alla decapitazione fece recapitare quella fanciulla un messaggio di addio con le parole: «il tuo Valentino».

Nient'altro che la verità

Nel 1998, in un'estate alpina un po' hippy, conobbi due studenti del seminario (i nomi sono stati cambiati): il più giovane, Mattia, era un tipo tranquillo con un placido sorriso stampato in faccia e una pazienza infinita con i suoi ragazzi scatenati, sembrava fatto apposta per le piccole chiesette del'alto Piemonte con la loro vita sempre uguale a sè stessa, senza santità ma anche senza grossi turbamenti; Andrea, un anno in più, era all'opposto: simpaticissimo, sempre in movimento, suonava il pianoforte, si lanciava nei balli, cantava a gran voce e, come se non bastasse, quando passava anche le pietre si sarebbero girate a guardarlo.


Fu veramente molto duro accettare l'idea che l'avrei rivisto solo ogni tanto a qualche festa o al prossimo campo estivo: almeno era quel che credevo, ma anche arrampicarmi sugli specchi così mi andava bene, anche se lui era lo studente più brillante del suo corso e io ero solo una ragazzina col pallino della scienza. Non credo che Andrea si sia mai accorto di nulla.

Poco più di un anno dopo, gente balorda mi strappò via dal mio ambiente e per alcuni anni fui una schiava, non da marciapiede ma da stracci e punture, che forse a quell'età è anche peggio. Riuscii a tenere duro trasformandomi in una vipera che pensava solo alla fama e a comandare e influenzare il prossimo.

Da allora sono passati quindici anni: grazie a Dio e ad un miracolo chiamato amore oggi sono un'altra persona, anche se per motivi di salute ho dovuto rinunciare definitivamente alla montagna; uno dei compagni di allora è in Paradiso, una è diventata buddista, gli altri sono sparsi per l'Italia e per il mondo; per il colmo dell'ironia, i due studenti sono stati entrambi assegnati come parroci al paese dove vivevo, proprio quando stavo iniziando a rifarmi una vita in città e di Andrea non mi importava più nulla. Ma il bello doveva ancora venire.

Lui, il capogruppo dall'allegria incontenibile, è diventato conformista e con un pessimo carattere: se non mi fosse ormai indifferente lo prenderei a testate, ma a causa di ciò che professo non ho più motivo di averci a che fare; Mattia invece, su cui non avrei scommesso una lira, con la sua solita flemma sta dando inizio a una rivoluzione. Tanto per cominciare porta sempre l'abito lungo che non si vedeva più da circa cinquant'anni, senza scomporsi davanti ai brontolii della vecchia generazione che aveva abolito quella divisa. Inoltre accompagna i fedeli che vogliono visitare i santuari dell'una o dell'altra apparizione, ad evitare che ascoltino troppe frottole, invece di guardarli dall'alto in basso come fanno tanti altri. Poche settimane fa ha anche tentato di ripristinare il rito tridentino, una possibilità che esiste già da qualche anno ma che nessuno aveva ancora osato in una zona dove i credenti sono pochi e per lo più anziani e progressisti.

Ovviamente quasi tutto il paese ha disertato, e le occhiate sono state più gelide che mai, ma Mattia non si scompone e ha già annunciato di voler ripetere il tentativo più volte finchè la gente non si sarà abituata. Viene da chiedersi che cosa abbiano creduto e venerato queste persone, se trattano così un religioso che sta cercando di limitare almeno l'ultima parte della valanga di errori teologici che ha soffocato tutto il secondo millennio dopo Cristo: non basta la forza di un'ideologia solo umana per provocare tanta ostilità, c'è sotto dell'altro e credo che lui se ne renda conto, a rischio di farsi detestare. Mi spiace molto, perchè anche se non lo dà a vedere certo questi atteggiamenti gli stanno facendo male.

Certo restano ancora molti passi da fare perchè in quasi tutti i Paesi latini taccia la superstizione e le chiacchiere moderniste, ed entrando in una chiesa non si senta nient'altro che la verità: ma credo che il buon Dio stia apprezzando lo sforzo, e sono felice che quando lascerò per sempre quel paese che mi ha creato un mare di guai, l'ultimo ricordo sia l'immagine di quel pretino che divenne un uomo coraggioso.

Libera nos a malo

Sarei curiosa di sapere chi ha tradotto per primo questa frase con "liberaci dal male", e per una volta l'ultimo concilio non ne ha colpa dato che la stessa versione si trova già in alcuni libretti di devozione popolare diffusi nell'Ottocento. Il fatto che un simile strafalcione da prima liceo non sia mai stato corretto mi richiama alla mente un uomo quasi centenario, pubblico peccatore ma con la testa molto meno confusa di tanti teologi, che diceva più o meno così: a pensar male si fa peccato... però ci si azzecca quasi sempre.


Chiunque maneggia dei libri sa che la traduzione migliore è sempre quella presa dall'originale: per i testi sacri è la versione greca, di cui personalmente non capisco una parola ma se tutti i Paesi che si basano sul testo greco parlano di "Maligno", perchè alle nostre latitudini si insegna da centinaia di anni una cosa diversa? Viene il dubbio che la mania del politicamente corretto abbia contagiato per primi i luoghi sacri, al punto da far censurare un nome inquietante che poteva sconfinare nella superstizione e sostituirlo con un generico "male" che può indicare tutto e il contrario di tutto. Ora i cristiani di lingua latina non sono meno intelligenti di quelli slavi, per cui avrebbero capito anche loro le parole originali del Cristo, se solo il parroco di turno avesse spiegato i fatti anzichè sommergere il popolo di chiacchiere... (lo stesso vale per la più celebre invocazione alla Madonna: quando mai una mamma ha un bambino che cresce nel seno? morirebbero tutt'e due per asfissia, non ci vuole un chirurgo per arrivarci...)

E' possibile allora che lo sbaglio non sia dovuto a reticenza, ma a ignoranza bell'e buona? Nel Vangelo infatti sta scritto: "Perchè mi interroghi su ciò che è buono? uno solo è il Buono", così come il suo opposto. Se ancora oggi i teologi discutono sul bene e sul male, è perchè si comportano come tutti gli accademici: confrontano opinioni, teorie, ipotesi... mentre il punto di partenza (in questo caso la Scrittura) rimane su uno scaffale a coprirsi di polvere.

Trasformare uno spirito ben identificato in un concetto morale è il primo passo per spostare il baricentro dala fede alla logica, e chi crede che sia un progresso sta solo lasciando campo libero al Maligno, che può agire indisturbato perchè non c'è nessuno che fa caso alla sua presenza. Pregare nel modo corretto è come curare una malattia: se diciamo "liberaci dal male" ci accontentiamo di trattare i sintomi fino alla prossima fase acuta, ma se chiediamo di essere liberati dal Maligno è possibile sradicare la causa del male.

Davanti alla Sindone

Qualche settimana fa ho comprato per me e per un'amica due ciondoli con l'immagine del volto della Sindone così come appare nei primi negativi realizzati a fine Ottocento: non che sia del tutto certa della sua autenticità, di cui ho invece molti dubbi da quando la vidi con i miei occhi nel 2010 (per inciso le persone risorte sono state solo due, e se il telo di Gesù è devotamente custodito a Torino, che fine ha fatto l'altro di sua madre?). Il motivo è ben diverso: il Salvatore ci ha resi fratelli suoi, ma non ne abbiamo nessun ricordo che non sia sotto forma di icona: nessuno, per quel che sappiamo, si è mai preso la briga di fargli il ritratto, e oggi quel lenzuolo funebre può essere l'unica immagine credibile che abbiamo di un fratello che non vediamo da venti secoli: come un'istantanea scattata nel momento peggiore,ma se c'è anche una minima possibilità che il telo sia autentico, allora vale la pena di osservarlo e lasciare i dubbi da parte.


Dico questo per fare appello ai mei concittadini, e a chiunque si imbatte in quell'ormai celebre negativo, di finirla una buona volta con le sceneggiate lugubri e i santini pietosi che fanno solo girare l'immaginazione a vuoto ed esaltano la stupidità e la violenza umana anzichè la potenza di Dio: tra questo http://www.artinvest2000.com/masaccio_crocifissione-big.htm e questo http://www.ibiblio.org/wm/paint/auth/grunewald/crucifixion/crucifixion.jpg c'è una differenza che va ben oltre lo stile. Quando Dio fece l'uomo a sua immagine, lo fece pieno di alute e di vitalità e tale doveva sembrare suo Figlio quando girava in compagnia dei bevitori, facendo vita di strada senza prendersi mai neanche un raffreddore (lo diranno più tardi gli amici: quando mai ti abbiamo visto malato, da doverti visitare?): un personaggio non comune, se fece impressione anche a quello zotico del governatore. Quella è l'immagine cui la gente dovrebbe tendere, invece di lasciarsi trarre in inganno dalle fantasie malate del proprio inconscio.

Anche l'uomo della Sindone, benchè segnato da mille percosse, non presenta smorfie o contratture e non dà segno di essere esausto: al contrrio, quegli occhi chiusi sono molto più incisivi delle facce stordite di tanta gente viva che in quel volto riesce a vedere solo il dolore. Per questo viene il dubbio che quel reperto sia vero, checchè ne dica la scienza ufficiale: per comprendere il suo vero significato gli studi non servono, basta osservare l'immagine di quel nostro ratello (chiunque egli sia realmente) senza pregiudizi e senza smancerie, venerando l'immagine di Dio e non la debolezza dell'uomo.

Ama, e fà quel che vuoi

Pochi giorni fa avevo pubblicato un articolo (http://scetticismiquotidiani.wordpress.com/2013/02/07/un-professore-tra-le-nuvole/) sulla cosiddetta Generazione Dracula, quella di tanti uomini e donne nati dagli ultimi anni Venti fino ai primi Cinquanta che consumano con la loro prepotenza le vite altrui e non si sognano minimamente di mollare il loro posto di comando, che sia in una casa, un'azienda o un ente di qualsiasi dimensione. Sembrava una cappa di piombo senza via d'uscita, e invece proprio lunedì scorso arriva il segnale che nessuno più si aspettava: il vescovo di Roma, uno degli uomini più seguiti e stimati del mondo, riconosce il peso degli anni e dà le dimissioni, in barba al conformismo e a qualche teoria strampalata che pretende di vedere un merito nella debolezza e nella malattia. Mentre tutti i chiacchieroni televisivi e no vanno blaterando su complotti e dietrologie varie, lui da persona elegante qual è non si cura di rispondere nè a loro, nè a quegli altri superstiziosi e starà piuttosto pensando a fare i bagagli e a non interferire col normale corso delle elezioni.
Tutti però, sotto sotto, hanno tirato un gran sospiro di sollievo: deve essere bello andare a votare così, senza rimpianti nè sospetti infami e senza essere squadrati da capo a piedi dalla gente ancora in lutto. D'altra parte la tradizione dell'incarico a vita non si fonda da nessuna parte: san Pietro morì barbaramente ucciso dai Romani, ma non sappiamo cos'avrebbe deciso lui o uno dei suoi undici compagni se fossero stati colpiti da una malattia penosa e invalidante, o tale da far perdere il lume della ragione. Se poi qualcuno vuole sapere la mia opinione sul vero motivo delle dimissioni, per quel che vedo direi che è un'ischemia, ma non è questo il punto. Senza essere papi, siamo capaci tutti a ritirarci per non fare figuracce e non sporcarci le mani come fece Celestino V, o per lasciare un nemico a mani vuote come voleva fare Pio XII, nella cui anima Dio solo può dire se fue più forte il coraggio o la vigliaccheria: ogni tanto c'è ancora qualche zuccone che pretende di fare un processo alla memoria, come se il Padreterno seguisse il codice penale... Quello che non tutti sanno fare è riconoscere il pericolo che viene da dentro, che sia una malattia organica o una forma depressiva, di quelle talmente gravi da contagiare gli altri: capisco perfettamente che un teologo di fama mondiale non voglia essere visto dal suo pubblico sulla sedia a rotelle, o con la voce impastata o - peggio ancora - in stato confusionale: la salute è un fatto privato e intoccabile, appartiene a Dio e non ai media.

Di certo questi anni hanno fatto un gran bene a tutti: il suo predecessore, pur in buona fede, si era lasciato prendere la mano dalla sua vena teatrale, non solo per la sua persona ma per il gran bailamme che circondava le cerimonie e per il gusto dell'innovazione che poteva portare a derive progressiste. Ratzinger non sarà un gran mistico, ma è un uomo di buon senso e Dio solo sa quanto ce n'era bisogno. C'è da sperare che il prossimo continui sulla stessa rotta e abolisca una buona volta certe solennissime fesserie che risalgono al concilio di Trento se non ancora prima, altrimenti non si stupisca se la gente continua a trasmigrare altrove...

Non ci è dato sapere come il vescovo uscente di Roma passerà le sue giornate e ci va bene così, perchè d'ora in avanti non sono più affari che riguardano il popolo. Come direbbe sant'Agostino, ama e fà quel che vuoi: per servire il buon Dio non c'è bisogno di portare un abito bianco o di qualsiasi altro colore, quella è solo la vanità dell'uomo. Una cosa però la direi volentieri, se solo mi potesse leggere: Prof, se si sente, ora che è libero ci regali almeno un paio di opere sacre o di sinfonie, prima che arrivi il momento di volare via, ad accompagnare i cori degli Angeli.

mercoledì 16 gennaio 2013

Unioni civili e corti barbare

Il tema è di quelli che scottano: gay sì o gay no? le teste d’uovo della cassazione stavolta ci hanno azzeccato o hanno tirato fuori l’ennesima boutade? Metà e metà, secondo il mio debole parere.


Da un lato dico per esperienza che per un bambino qualsiasi persona anche bizzarra, ma pacifica, è meglio di un papà che alza le mani. Dall’altro non c’è bisogno di essere Freud per vedere che in questo caso le tendenze omosessuali della signora non sono innate, ma sono piuttosto una reazione di rifiuto dell’intero genere maschile e che uno squilibrio emotivo, di natura sessuale o no, non è certo la condizione ideale per educare i propri figli (in questo libro ho illustrato i potenziali danni: http://laboheme.altervista.org/ebook.html).

Quello che i magistrati e tutti i chiacchieroni di destra e di sinistra continuano a ignorare è che i parenti o sono amati, o non sono parenti e non ha senso tenere in piedi un legame che è solo di sangue. Il mondo è pieno di fratelli che non si parlano da vent’anni, di separati in casa che sperano di diventare presto vedovi, di poveri diavoli che hanno rinunciato ad una loro famiglia perchè gli era stato sbolognato l’infermo di turno senza che avessero la minima attitudine da crocerossine. E’ cosiì terribile l’idea di siogliere questi legami non voluti in maniera ragionevole, a colpi di carte bollate e non più di coltello e senza mandare nessuno al repartino?

Tornando al caso di cronaca, questo bambino probabilmente non amerà nessuno dei due, ma tra quarant’anni si troverà sulle spalle l’obbligo di assistenza verso entrambi. E’ questa la famiglia in cui i giudici e i politici credono? Non è che la questione delle coppie gay sia solo usata come un paravento per nascondere la loro confusione mentale?
Si parla tanto di convivenza more uxorio, ma esistono anche persone di ogni età che si sono sempre amate come fratelli e onn possono essere riconosciute come tali perchè la legge prevede l’adozione solo a titolo di figli e solo con almeno diciott’anni di differenza. Se ad uno di loro capitasse qualcosa gli altri non potrebbero prendersi cura di lui e dovrebbero cedere il passo a dei parenti legittimi che magari non si sono mai visti prima e non si conoscono: idem per le successioni. Quando qualche genio tira in campo il cristianesimo per giustificare e prolungare questo stato di cose, gli metterei di fronte il ricordo di quella formidabile coppia di amici fraterni che vivevano ad Assisi e proprio in nome della loro fede piantarono in asso casa, famiglia, titolo e bottega: si arrangiassero tutti quanti.

Per rendere l’idea, e perchè non mi si scambi per una misantropa furiosa, se questo fosse un paese civile io mi chiamerei veramente Elisabetta Spada, da anni figlia di N.N. ma con alcuni fratelli adottivi, e vivrei con l’unica persona sulla terra cui ho mai voluto dedicare tutta la vita e che dividerei con altre mille senza batter ciglio, pur di essergli vicino.