lunedì 17 ottobre 2011

Ridere, ridere, ridere ancora

Tra mille impegni che affollano le mie giornate, neanche avevo fatto caso che manca poco alle giornate dei santi e dei morti, e che come ogni anno si sarebbe riproposta la polemica sui festeggiamenti di Halloween. Vale la stessa logica che valeva qualche anno fa per la gran tamarrata del Codice Da Vinci: se qualcuno teme che la fede sia in pericolo perchè ti mascheri con un lenzuolo in testa, quello di poca fede è lui e non tu.
Chiunque sia stato prossimo all'arresto cardiaco lo sa bene: nè tunnel luminosi, nè visioni infernali annunciano il passaggio imminente, ma solo un sonno profondo: e ci vuole una ragione veramente forte, un figlio o un amore da ritrovare, per convincersi a respirare ancora e a sforzarsi di tenere gli occhi aperti, che ancora non ci si può permettere il lusso di riposare.
Certo il mondo è pieno di leggende che narrano di mostri, spettri e ogni sorta di orrori, e sarebbe ingenuo pensare che tante e e tali tradizioni siano solo opera di una massa di idioti o di ignoranti: quando la vita era dominata dagli idoli, certi episodi potevano anche capitare. Ma se Cristo ha vinto la morte e gli inferi, non c'è più nulla di cui avere timore. Ciò che noi vediamo come un corpo sfigurato, agli occhi del suo creatore non è altro che materia ammassata in attesa di riprendere vita: Dio non conosce lo schifo, il panico o l'orrore.
Chi ha paura dei presunti revenants, cade in un inganno diabolico e bestemmia contro la resurrezione: ma chi ride e si prende gioco delle immagini dell'inferno, coglie il diavolo alla sprovvista! Se pretendono di farti credere a leggende inquietanti, ridi; se ti dicono che qualcuno o qualcosa porta sfortuna, rispondi con una benedizione; se ti vogliono insinuare il dubbio o la depressione spacciandoli per filosofia, ignora i loro sproloqui e canta la prima cosa che ti viene in mente: ti prenderanno per matto, ma almeno ti lasceranno in pace.
Purtroppo, però, c'è un fondo di verità in tante chiacchiere fasulle; esistono davvero alcuni che non sono nè vivi nè morti, ma non sono creature di fantasia: sono quei malcapitati che per un incidente o una malattia sono collegati forzatamente a delle macchine, anche per anni, trasformati in esperimenti senza rispetto alcuno da parte di ignoranti patentati che si ostinano a definirla vita, mentre la loro anima è già lassù davanti al suo Creatore, lo ringrazia e prega per coloro che ha amato, e ride della stupidità del mondo.

giovedì 6 ottobre 2011

Il bambino prematuro vuole il latte materno

Se l’allattamento è importante per un bambino nato a termine, a maggior ragione lo è per un bambino nato prematuramente.

È infondata la preoccupazione che il latte materno non sia adatto all’alimentazione di un piccolissimo; infatti il latte prodotto dal seno della mamma cambia composizione in base all’età del bambino.

Il latte materno non è solo un alimento specie-specifico ma soprattutto individuo-specifico: ogni mamma produce il latte giusto per quel bambino.

Fin dal momento del parto il latte della mamma di un bambino prematuro è più ricco di proteine, lattosio, calcio, sodio ed è molto più calorico rispetto a quello prodotto dalla mamma che ha partorito un bambino nato a termine.

Grazie a questo il latte il bambino a crescere più rapidamente. Esso è in assoluto l’alimento meglio tollerato dall’organismo del bambino rispetto a qualsiasi altro tipo di latte: tutte le sostanze contenute al suo interno fanno in modo che il bambino nutrito con esso abbia a disposizione nutrienti facilmente assimilabili che lo aiutano a difendersi da infezioni batteriche e microbiche.

Anche per la mamma allattare il bambino prematuro riveste una notevole importanza. A volte tirarsi il latte e portarlo in reparto di Terapia Intensiva è l’unico atto di cura che le mamme possono fare per i primi tempi dopo la nascita del piccolo: sentirsi in grado di nutrire il proprio bambino e fare qualcosa di utile e buono per la sua salute è di conforto nei momenti difficili che si affrontano quando il bambino è ospedalizzato.

Oltre al latte tirato è importante che il bambino possa godere il prima possibile del contatto con il seno materno per poter prendere il latte direttamente dalla mamma. Anche se l’allattamento non sarà esclusivamente al seno sia il bambino che la mamma beneficeranno di questo contatto e godranno dell’intimità che solo il contatto pelle a pelle può dare.

Alessia Motta, Raffaella Doni