domenica 16 maggio 2010

Maria nel Corano

Un giorno Zakaria andò a visitare Maryam nella sua cella,
per portarle cibo bevande e insegnamenti, come accadeva ogni
giorno. Era un giorno di inverno e quando entrò trovò di
fronte a lei un piatto pieno di frutti estivi, fichi freschi
e grappoli d’uva, come narrano i sapienti. Zakaria le
chiese da dove provenissero questi frutti e lei rispose:
“Mi sono stati dati da Allah l’Onnipotente”. Zakaria
sapeva che si trattava di un miracolo perché i frutti
erano freschi ma fuori stagione e quindi il sospetto non
penetrò nel suo cuore. Se così non fosse stato, avrebbe
potuto pensare che qualcuno era riuscito di nascosto a fare
una copia della chiave della cella di Maryam e la andava a
visitare quando lui era assente. Per alcuni giorni il
miracolo continuò; ogni volta che Zakaria la andava a
trovare, la incontrava con un piatto di frutta fresca, come
narrato nel Sacro Corano:

“Ogni volta che Zakaria entrava nel santuario trovava cibo
presso di lei. Disse: “O Maria, da dove proviene
questo?”. Disse: ” Da parte di Allah”. In verità
Allah dà a chi vuole senza contare.” (La Famiglia di
Imran, 37).


Queste parole di Maria in arabo recitano più o meno così
“qalat huwa min ‘indi Allahi ‘inna Allaha yarzuqu many
yasha-’u bighayri hisab” . In diverse moschee, queste
parole sono calligrafate o incise intorno al mihrab, la
nicchia dove prega l’imam, per ricordare il miracolo
avvenuto a Maria, “purificata ed eletta tra tutte le donne
del mondo” (La Famiglia di Imran, 42).

Oggetto: Rifletti........e boicotta

Dr.ssa Carla Zoboli
Direzione Prestazioni e Marketing
Azienda Ospedaliera - Policlinico di Modena

SCANDALO - Facciamo qualcosa per impedirlo!
Vi preghiamo di trasmettere questa e-mail a tutte le
donne che potete. Per gli uomini che ricevono questa e-mail, vi
preghiamo
di spedirla ad amiche, ragazze, sorelle, madri, figlie ecc. Grazie!

Controllate le etichette degli assorbenti interni
che volete acquistare, la prossima volta, e controllate se riuscite ad
individuare alcuni dei segni familiari descritti in questa e-mail.

Non meraviglia che tante donne al mondo soffrano di
cancro alla cervice e di tumori all'utero. Sapete che i produttori di
assorbenti interni usano diossina e rayon nei loro prodotti?

Sono sostanze cancerogene e tossiche! Perchè allora gli
assorbenti interni non sono contro la legge? Perchè gli assorbenti
interni non sono un prodotto
alimentare e, dunque, non sono considerati pericolosi o illegali.


ECCO LO SCANDALO:

Gli assorbenti interni contengono due cose che sono

potenzialmente
pericolose: Rayon (per assorbire) e diossina (un prodotto
chimico usato per
sbiancare I prodotti).

A volte contengono anche piccole percentuali di
amianto,
per indurre
nell'organismo femminile una emorragia più intensa
(più
sanguinamento più
assorbenti consumati).

L'industria degli assorbenti interni e' convinta che
noi,
essendo donne,
abbiamo bisogno di prodotti candeggiati, sbiancati
per pensare che il prodotto sia puro e pulito.

Il problema e' che la diossina, che viene prodotta
in tale processo
sbiancante, può apportare gravi danni all'organismo!
La diossina e' stata
associata al cancro da studi clinici, ed e' tossica
per il sistema immunitario e riproduttivo.

E' anche stata associata con endometriosi e basso
numero di spermatozoi per gli uomini.

Lo scorso settembre, l'Agenzia di Protezione
Ambientale EPA ha reso noto
che non esiste un livello 'accettabile' di
esposizione alla diossina, visto
che e' cumulativa e lenta a disintegrarsi.

Il pericolo reale viene dal contatto ripetuto (Karen
Couppert 'Pulling the
Plug on the Tampon Industry') Io direi che usare circa 3-4
assorbenti interni al giorno, per cin que giorni al mese, per 38
anni e' un 'contatto ripetuto'. Non pensate anche voi?
Il Raion contribuisce invece ai pericoli creati da
assorbenti interni e
dalla diossina perche' e' una sostanza altamente
assorbente. Perciò, quando
fibre degli assorbenti interni restano nel collo dell'utero
(come di solito accade), ciò crea un
serbatoio' di diossina nel corpo. Tra l'altro, resta
all'interno molto più a lungo di quanto rimarrebbe con
assorbenti interni
fatti solo di cotone, perchè il rayon è più leggero
e tende ad attaccarsi.
Questo e' anche il motivo per il quale la TSS
(Sindrome da Shock Tossico)
può colpire donne che usano assorbenti interni (come
potete leggere dal
foglio informativo di TUTTI gli assorbenti interni
in commercio).

QUALI SONO LE ALTERNATIVE?

Usare assorbenti esterni, o prodotti non sbiancati e
fatti completamente di cotone.

Anche altri prodotti d'igiene femminile (assorbenti
esterni/fazzoletti)
contengono diossina, ma non sono tanto pericolosi
quanto
gli assorbenti interni. Sfortunatamente, prodotti
non sbiancati e in cotone
si trovano quasi solo in negozi di 'prodotti
biologici' (quindi sono più cari).

Nel 1989, degli attivisti inglesi organizzarono una
campagna contro lo
sbiancamento attuato con cloro. Sei settimane e
50000
lettere dopo, i
produttori di diversi prodotti sanitari passarono
all'ossigeno
(uno dei metodi Verdi disponibili - MS magazine,
May/June
1995)

COSA FARE ORA: Ditelo alla gente. A tutti.
Informateli. Questa industria ci sta danneggiando,
facciamo
qualcosa per
impedirlo! Se avete tempo, scrivete una lettera alle
società Tampax -
Playtex - O.B -Kotex. Sulle scatole c'è sempre un
recapito.

Fate loro sapere che esigiamo un prodotto sicuro:
assorbenti interni
COMPLETAMENTE DI COTONE NON SBIANCATO.


PROMEMORIA:

Per non perdere l'impatto di questa e mail,
PREGHIAMO
chiunque voglia
spedirla ai propri amici, di copiarla e poi passarla
su un
NUOVO messaggio.
In questo modo, non potrà distorcere il messaggio a
causa
delle varie frecce
che appaiono nelle e-mail inoltrate. Vi preghiamo di
farlo
con
considerazione e serietà . Grazie.



Dr.ssa Carla Zoboli
Direzione Prestazioni e Marketing
Azienda Ospedaliera - Policlinico di Modena

profumo di rosa

Una hurì [una delle famose fanciulle del paradiso Coranico promesse in premio ai beati] sotto una pergola del Giardino del Cielo disse fremente:

“Nessuno mi ha mai parlato di quel che c’è sotto le stelle!

Non comprendo che cosa sia l’alba, che cosa il tramonto, che siano il giorno e la notte

e quel che dicono Nascita e quel che chiamano Morte, mi dan stupore strano alla mente!”

Così si fece onda d’aromi e alitò da un cespo di rose, scese dal cielo su questa terra fatta d’oggi e di ieri

Aprì gli occhi e si fece bocciolo; e sorrise un istante, e fu rosa e, foglia a foglia, lenta si sfece sopra la terra

E quando rivolò nel cielo, libera il pede dai ceppi, ne rimase, ricordo, un sospiro. E l’hanno chiamato profumo di rosa.

Mohammed Iqbal

venerdì 7 maggio 2010

Latte materno: toccasana anche per la mamma

Che allattare al seno avesse vantaggi per il neonato è già noto da tempo, ma dall'America arriva ora la scoperta che l'allattamento è utile non solo per la salute delle mamme, ma anche per la loro linea.

Non solo diffusione di amore direttamente dal cuore quindi, ma anche benessere fisico sia per chi lo riceve sia per chi lo dà!

Ebbene sì, allattare pare riduca davvero il girovita delle mamme: le donne che hanno la possibilità di farlo hanno, infatti, ridotto notevolmente la quantità di grasso addominale. E non solo nei mesi delle poppate, ma anche dopo molti anni.

Lo studio è stato presentato a un convegno dell'American Heart Association per la salute cardiovascolare a San Francisco, e ha messo in luce che le donne di mezza età che avevano allattato i loro figli costantemente al seno hanno davvero un vitino da vespa - in media di 6.6 centimetri minore rispetto a quelle che ricorrono a latte artificiale.

La spesa extra di calorie dovuta all'allattamento al seno aiuterebbe le mamme non solo a tenersi in linea ma a mantenersi in salute prevenendo malattie quali il diabete e disfunzioni cardiache.

La ricerca ha infatti ribadito non solo i benefici del latte materno per i neonati già assodati - diminuzione del rischio di infezioni dell'orecchio, asma, problemi di stomaco, malattie respiratorie, allergie della pelle, diabete e sindrome della morte improvvisa del lattante - ma ha anche dimostrato i benefici sulla salute delle mamme: l'allattamento al seno potrebbe infatti ridurre il rischio di contrarre il diabete di tipo 2, cancro al seno, il cancro alle ovaie, malattie cardiache, la depressione post parto e appunto la sindrome metabolica. Si crede che sia proprio il fatto di allattare al seno a contribuire a perdere grasso addominale, riducendo così il rischio di malattie cardiache.

Lo studio è stato condotto su 351 donne che avevano già partecipato a una precedente indagine del Women's Health Across the Nation Heart Study, condotto dal 2001 al 2003, che aveva svelato come la spesa extra di calorie di cui sopra permettesse di perdere i chili in eccesso accumulati in gravidanza: sarebbe questo ad avere effetti positivi sui livelli di zuccheri nel sangue, sulla massa grassa corporea e sulla distribuzione del grasso nel corpo, riducendo nettamente la possibilità di malattie legate, appunto, all'accumulo di grassi.

Il latte materno quindi non solo è fondamentale per i bimbi - tanto più che la stessa Organizzazione mondiale della sanità definisce "l'allattamento materno come il modo migliore per nutrire il bimbo e assicurargli tutto ciò di cui ha bisogno per crescere sano" - ma è davvero prezioso anche per le donne.

Si ricordi inoltre che il latte materno da solo è sufficiente al bimbo, senza l'aggiunta di altri liquidi o alimenti fino allo svezzamento: è dissetante come l'acqua, calmante molto più della camomilla, digestivo molto più del finocchio.

Quindi, in poche parole, è l'unica cosa da dare al bambino, per far crescere sano lui e mantenere in salute e in linea la mamma!

Fonte:
Wellme.it


Homeschooling: boom dell'istruzione a domicilio

Si chiama "homeschooling" la risposta familiare alla scuola, diffusa in tutto il mondo e ora sempre più frequente anche in Italia.

Si tratta della cosiddetta istruzione a domicilio, fuori dalle strutture scolastiche. A impartire le lezioni ai bambini sono dunque i genitori, oppure istitutori privati, come si faceva una volta.

Questa tendenza, proibita in Paesi come la Germania, è ormai un'abitudine in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Gran Bretagna, se si pensa che negli Usa sono ormai 2 milioni i bambini che studiano con i genitori, 20 mila in Inghilterra e almeno 3 mila in Francia.

Ora anche l'Italia sta seguendo l'esempio mondiale: nel nostro Paese - rileva un'inchiesta del quotidiano la Repubblica seguita da Paola Coppola - sono quasi 200 i casi di "istruzione parentale" rilevati, secondo i dati della Rete italiana scuola famigliare.

Sono centinaia le mamme che fanno lezione ai loro figli e si scambiano consiglio sul web. Altrettante le famiglie che si confrontano ormai da tempo sulle novità in merito a questa nuova "moda", che può essere considerata forse un campanello d'allarme per l'istruzione del nostro Paese. In altre parole, la scuola è in crisi e i genitori preferiscono istruire i propri figli in casa.

"La scuola non è obbligatoria, l'istruzione sì", spiega chi ha deciso di compiere questa scelta, prevista dalla Costituzione e dalle leggi. Questi genitori ritengono, infatti, sia un'opzione che tiene lontani i bambini dal bullismo e offre loro il meglio, allontanandoli da una scuola noiosa e standardizzata.

Una decisione discutibile, invece, secondo Sandra Chistolini, ordinario di pedagogia all'Università Roma 3 , secondo la quale "la diffusione dell'educazione parentale priva i ragazzi del contesto sociale" offerto dalla scuola.

"La scuola pubblica per l'Italia è stata un'importante conquista sociale, la diffusione di quella parentale disperde questo patrimonio", sottolinea la docente Chistolini, che avverte "da noi questo tipo di istruzione non è gestita dall'autorità didattica come in altri paesi, non c'è controllo".

Fonte:
Blitz Quotidiano.it


Utile supporto o aggeggio malefico?

Il tiralatte (detto anche mastosuttore) è un apparecchio che serve a estrarre il latte dal seno di una madre.

Ne esistono di vari tipi: ognuno è indicato per particolari esigenze e non è indicato per altre.

Nella maggior parte delle "liste di nascita" (quegli elenchi di oggetti "indispensabili" per le future mamme) è indicato anche il tiralatte, come se non si potesse farne a meno. In realtà consigliare a tutte le mamme in maniera indiscriminata il tiralatte è più che altro un modo per farvi spendere soldi inutilmente (eh, già, l'allattamento ha il difetto che non vi obbliga a spendere soldi, e quindi bisogna trovare qualche altra maniera per farvi mettere mano al portafoglio!).

Innanzitutto esiste la spremitura manuale del seno, per la quale vi bastano le vostre mani e nulla più. E' molto importante che ogni donna sappia spremersi manualmente il latte, dato che situazioni di "emergenza" possono capitare in qualunque momento dell'allattamento (ad esempio, un seno troppo pieno che provoca fastidio o dolore, causato dal fatto che il vostro bambino sta facendo una pausa più lunga del solito tra le poppate).

In fondo all'articolo potete trovare i riferimenti per capire come si esegue la spremitura manuale.

Le ragioni per cui può servire un tiralatte sono essenzialmente tre:

-
somministrare latte materno a un bambino quando non può farlo direttamente la madre dal seno (separazione madre - bambino, ad esempio per motivi di salute di uno dei due o per il rientro a lavoro della madre).

-
aumento e/o mantenimento della produzione di latte (bambino prematuro, ricoverato, con difficoltà ad attaccarsi al seno, stimolazione supplementare del seno se la produzione di latte è inadeguata, rilattazione o allattamento di bambino adottivo, mantenimento della produzione se la madre non può allattare per un periodo a causa di farmaci controindicati).

-
drenaggio del seno (nel caso in cui, come dall'esempio della spremitura manuale, il seno è troppo pieno e oltre a far male può rendere difficoltoso l'attacco per il bambino, quindi anche nel caso di ingorgo o mastite).

Si tratta di utilizzi del tiralatte molto diversi che, come vedete dagli esempi, possono essere occasionali o che durano per più tempo.

Per questa ragione esistono diversi modelli di tiralatte:

-
Tiralatte manuale: è economico ed è l'ideale per un uso saltuario, ad esempio per crearsi una piccola scorta di latte se la mamma si deve assentare o per alleviare un seno troppo pieno.

-
Tiralatte mini-elettrico: si può noleggiare in una farmacia o acquistare, è di dimensioni contenute e spesso funziona a batterie. E' ideale per un uso più intenso rispetto al tiralatte manuale, ad esempio quando è necessario tirarsi il latte più volte al giorno.

-
Tiralatte elettrico: si trova solo a noleggio ed è grande come una valigetta (è un modello professionale) e i migliori hanno un doppio attacco, cioè si può estrarre contemporaneamente il latte dai due seni. Questo, oltre a ridurre i tempi, porta a un'efficacia maggiore. E' particolarmente indicato nei casi in cui bisogna usare molto spesso e per periodi più lunghi il tiralatte, ad esempio per aumentare la produzione di latte o per mantenerla in caso di separazione madre - bambino.

Come detto in altri articoli, il tiralatte non è il vostro bambino quindi non sarà efficace quanto lui nell'estrarre il latte. Alcune madri infatti, pur avendo una produzione di latte adeguata, non riescono a estrarne un grammo con il tiralatte.

Con il tiralatte inoltre, per il fatto che possiamo osservare direttamente il latte che esce, ci sentiamo "sotto esame" e aumenta il livello di stress: questo inibisce l'ossitocina, l'ormone che permette al latte di uscire. Questa è la ragione per cui alcune madri pensano di non avere latte a sufficienza, proprio perché facendo la "prova del tiralatte" non ne vedono uscire.

Alcuni accorgimenti possono favorire l'estrazione del latte, sia con il tiralatte sia con la spremitura manuale.

- Rilassarsi nella maniera preferita (musica, tisana, doccia o bagno caldo eccetera).

- Tenere vicino a sé il bambino o, se non è possibile, una sua fotografia.

- Massaggiare delicatamente il seno prima e durante la spremitura.

- Rigirare il capezzolo tra le dita per favorire il rilascio di ossitocina prima della spremitura.

Se dovete tirarvi il latte perché non potete stare con il vostro bambino, dovreste cercare di riprodurre il più possibile il ritmo delle poppate, quindi almeno ogni 2-3 ore e possibilmente qualche volta anche di notte (la stimolazione del seno durante le ore notturne è molto efficace per la produzione di latte).

Se dovete aumentare la produzione di latte perché è realmente scarsa, il metodo più efficace è attaccare più spesso il vostro bambino (almeno 8-10 volte nelle 24 ore) ma se questo non fosse possibile allora potrete utilizzare anche il tiralatte negli intervalli tra le poppate e in particolare quando presumete che il vostro bambino farà una pausa relativamente lunga tra le poppate.

Ovviamente nel caso in cui abbiate la necessità di drenare il seno, lo farete quando ne sentirete la necessità, molto probabilmente prima della poppata per ammorbidire il seno e rendere più agevole l'attacco, e subito dopo nel caso in cui sentiate il seno ancora troppo pieno.

Un equivoco che spesso si crea sull'uso del tiralatte è la durata dell'applicazione. Specialmente quando si desidera aumentare la produzione di latte molte volte le madri utilizzano il tiralatte per tempi lunghissimi nella speranza di far uscire più latte. Il risultato più comune invece è quello di provocare dolore al seno e di non vedere uscire una goccia di latte, aumentando la sfiducia nella propria capacità di produrre latte.

E' sufficiente utilizzare il tiralatte circa 15 minuti per seno alla volta, tempi più lunghi non favoriranno la produzione. Sono infinitamente più efficaci quattro sessioni distanziate da 15 minuti l'una (per parte) che non un'unica sessione da un'ora (per parte).

Ovviamente con un tiralatte doppio i tempi si dimezzano perché utilizzerete il tiralatte per 15 minuti alla volta in totale, visto che si attacca in contemporanea ai due seni, e non quindi per mezz'ora in totale (15 minuti per parte).

L'indicazione sulla durata della sessione di tiraggio andrà adattata alla situazione: se la madre ha il seno troppo pieno e desidera "alleggerirlo" e dopo 15 minuti il seno è ancora molto pieno e continua a uscire abbondante latte, potrà prolungare un po' la sessione. Se invece dopo pochi minuti il seno è già più soffice potrà interrompersi (anche perché una stimolazione maggiore darebbe al cervello il messaggio di produrre ancor più latte).

In particolare per aumentare la produzione di latte, è utile cambiare spesso seno se non si usa il tiralatte doppio (si tira il latte fino a quando non ne esce più o quasi, si passa all'altro seno, quando anche da questo non esce più si ripassa al primo e così via fino ad arrivare a circa 30 minuti in totale tra i due seni).

Anche se non si vede uscire il latte, la stimolazione c'è comunque e, per i motivi esposti prima, il vostro bambino beneficerà comunque di questa maggior stimolazione dato che lui riuscirà a estrarre il latte che non avete visto uscire con il tiralatte. E' anche molto efficace tirarsi il latte da un seno mentre il bambino poppa dall'altro.

Se dovete usare il tiralatte in modo continuativo, vi conviene rivolgervi a una persona esperta per creare un vero e proprio piano basato sul motivo per cui dovete tirarvi il latte e in base alle vostre esigenze.

In tutti gli altri casi è un oggetto che si può tranquillamente evitare di acquistare o che eventualmente potete noleggiare a prezzi molto contenuti.

Un'ultima nota: in molti cataloghi di prodotti per la puericultura il tiralatte viene proposto come simbolo di "libertà" per la madre che allatta al seno, per cui trovate frasi come "allattare può essere difficoltoso e costringe a restare in casa, la soluzione è il tiralatte" oppure "tiratevi il latte per condividere con il papà la meravigliosa esperienza dell'allattamento".

Trovo queste affermazioni alquanto discutibili e come sempre sono un pretesto per farvi comprare oggetti il più delle volte inutili. A parte che allattare al seno non significa assolutamente doversi barricare in casa, non è così vero che tirare i latte "allevia" il lavoro della mamma che allatta, anzi, semmai ne crea di più: dovete trovare il tempo per tirarvi il latte, conservarlo correttamente (ne parleremo la prossima volta), sterilizzare tutto quello che viene a contatto con il latte (parti del tiralatte, contenitori ecc...). Insomma, se la mamma non deve per forza assentarsi per qualche motivo e quindi non ha alternative, personalmente non la trovo una gran "libertà"... così come mi sembra assurdo voler per forza "condividere" l'allattamento con il papà. Un conto è se per cause di forza maggiore il papà debba somministrare il latte al bambino, ma farlo di proposito trovo sia una gran complicazione.

da www.bambinonaturale.it

La vita si alimenta con la vita

Quest'argomento potrebbe risultare apparentemente estraneo al mondo dei bambini, ma in realtà interessa noi tutti, grandi e piccoli, per salvaguardare e mantenere un buon stato di salute fisica ed energetica.

Vi parlo ancora una volta della potenza della Natura... Vi parlo della magia che si crea partendo da un semplicissimo seme a cui vengono aggiunti ingredienti vitali come l'acqua, la luce, l'ossigeno e il tepore dei primi raggi del sole primaverile. Pochi ingredienti capaci di creare un cibo perfetto, ricco di Vita e di sostanze preziose al nostro corpo. Vi parlo dei germogli...

L'idea che da un seme anche di piccole dimensioni e apparentemente privo di vita possa nascere una pianta, dovrebbe farci pensare a quanto è potente la Natura e a quante cose essa è disposta ad offrirci per rendere più salutare e migliore la nostra vita...

I germogli sono la prima fase della nascita di una pianta ed è proprio in questa fase che si concentrano le sostanze più preziose per il nostro organismo. Dai germogli sarebbe dovuta nascere una nuova pianta e quella forza e quell'energia, necessarie a farla nascere e crescere, nutrono il corpo e lo spirito di chi se ne ciba. L'energia potenziale presente nel seme si libera al momento della germinazione e si trasforma in energia effettiva, rappresentata dal germoglio stesso che diventa così l'alimento più "vivo" che si possa immaginare e che più di ogni altro cibo rende omaggio alla massima che governa ogni sano regime alimentare secondo cui "la Vita si alimenta con la Vita"...

Il punto di partenza del germoglio è quindi il seme. Questo piccolo chicco che ai nostri occhi sembra privo di vita, in realtà custodisce amorevolmente un prezioso bagaglio di informazioni genetiche e sostanze nutritive che verrà utilizzato nel momento giusto (e nelle condizioni giuste) per generare una nuova vita. Di tutto il seme, la parte responsabile della germinazione è chiamata germe e rappresenta solo il 3% del seme intero, ma è la parte più ricca di sostanze nutritive come enzimi, proteine, vitamine, sali minerali, vitamina E (e che, ahimè, è proprio la parte che viene eliminata nel processo di raffinazione dei cereali...).

Ma perché è importante introdurre nella nostra alimentazione i germogli? Solo il processo della germinazione ci permette di mangiare i semi nel loro stato crudo fornendo al nostro corpo un alimento ricco, vitale e nutriente. La preziosa vita interna del seme viene assimilata dal nostro organismo solo tramite i germogli dei semi stessi.

Durante la germinazione accade un vero e proprio "risveglio biologico": le proteine raddoppiano e diventano più assimilabili dal corpo in quanto predigerite dagli enzimi (e ciò rende il germoglio un alimento sano e ad alta digeribilità capace di nutrire mente e corpo); aumentano le vitamine rispetto la pianta adulta (la vitamina C, ad esempio, può aumentare del 600%) e tra i vari tipi di vitamine vi è presente anche la B12 (rarissima nel mondo vegetale e quindi di fondamentale importanza nelle diete vegetariane e ancor più in quelle vegane dove non si introduce alcun alimento di origine animale) che può crescere dal 200 al 700%. Inoltre il germoglio è un'ottima fonte di sali minerali (come calcio, ferro, fosforo e magnesio) e di oligoelementi (zinco e selenio) facilmente assimilabili.

È davvero facile ottenere dei germogli nelle nostre cucine. In commercio esistono i "germogliatori" in plastica o in terracotta composti da più piani di vaschette tonde o quadrate sovrapposte tra loro il cui fondo pieno di buchini permette all'acqua che si utilizza per innaffiare i chicchi, di passare di piano in piano e bagnare i semi sistemati in ogni vaschetta. Questo sistema permette di far germogliare più specie di semi diversi nello stesso momento, ma se vogliamo risparmiare e avere comunque degli ottimi e squisiti germogli, basterà fornirsi di semplici recipienti in vetro, un retina di nylon ed un elastico.

Prima di tutto è importante scegliere la specie del seme: un cereale (riso, orzo, miglio, avena, segale, quinoa, grano saraceno,...), un legume (ceci, lenticchie, soia, fagioli, azuki,...), semi oleaginosi (sesamo, girasole, zucca, lino,...) oppure semi come fieno greco, barbabietola rossa, senape, alfa-alfa, crescione, rucola...

I semi devono essere di origine biologica e accuratamente selezionati scartando quelli imperfetti o rotti che non germogliano; quindi si sciacquano e si immergono in acqua per una notte in una ciotola di vetro.

Al mattino si noterà che i chicchi hanno iniziato a gonfiarsi e la pelle a spaccarsi: è l'inizio della germinazione. Si sistema una retina in nylon fermata con un elastico sul collo del recipiente quindi si scola l'acqua (inoltre in questo modo l'aria può circolare e i semi possono respirare).

Sciacquare per un paio di volte i semi quindi lasciarli alla luce e senza acqua. Ricordarsi di sciacquare i chicchi per 2-3 volte al giorno. Al secondo-terzo giorno si inizieranno a vedere i primi germogli: i semi sviluppano una piccola radice e un fusticino più o meno lungo a seconda del seme scelto. Al quarto giorno circa (dipende sempre dalla specie del seme) i germogli sono pronti, ma prima di cibarsene sarebbe meglio metterli alla luce diretta del sole per un paio di ore in modo che si sviluppino le foglioline verdi che arricchiscono i germogli della preziosa clorofilla.

Il prossimo ed ultimo procedimento è la raccolta: in genere si può dire che i germogli dei cereali raggiungano una lunghezza di circa 1-3 cm, mentre quelli dei legumi arrivano anche a 3-6 cm. Si tolgono dal recipiente e si puliscono dai tegumenti (la pellicina esterna) dei semi ormai vuoti immergendoli in una ciotola piena di acqua e muovendoli con le mani per staccarli dal germoglio. È però possibile (a chi piace) consumare il germoglio con tutto il tegumento in quanto ricco di fibre.

I germogli possono essere consumati da soli a crudo e conditi con gomasio e tamari (o con olio e sale), o aggiunti nelle insalate, nelle minestre, nei risotti, nello yogurt, con cereali, nelle paste,... Essi si conservano in frigorifero in un vaso di vetro (che evita la formazione delle muffe) con chiusura ermetica per circa 1 settimana.

Alcune precisazioni: tutti i semi possono esser utilizzati per fare i germogli, tranne quelli del pomodoro, delle melanzane e del peperone perché contengono sostanze tossiche (gli alcaloidi) per il nostro organismo se assunte in elevate quantità. Ricordo inoltre che bisogna scottare i germogli dei legumi in una padella con poco olio extra-vergine d'oliva prima di mangiarli per eliminare le sostanze nocive.

Utilizzare regolarmente germogli nella propria alimentazione dona al corpo vigore e nuova energia per fabbricare cellule sane. Essi inoltre ritardano il processo di invecchiamento (contengono ormoni maschili e femminili facilmente assimilabili e quindi risultano ottimi per le donne in menopausa); hanno proprietà antiinfiammatorie e rafforzanti per l'organismo; sono efficaci contro stress, stanchezza, caduta dei capelli e fragilità delle unghie. I germogli di frumento sono consigliati nei casi di demineralizzazione, anemia, debolezza, gravidanza ed allattamento.

Essendo ricchi di enzimi, proteine vegetali di ottima qualità e di vitamine, sono consigliatissimi sia per le donne in dolce attesa, che per le donne che allattano (e che spesso presentano stanchezza), ma anche per i piccoli bimbi già svezzati che troveranno in questo prezioso cibo una sana carica di energia e di vitalità.

Federica Scropetta