giovedì 8 ottobre 2015

L'inconscio superiore

Sono anni che questa storia va avanti, e ogni volta ringrazio mentalmente Jung per aver scoperto l'esistenza dell'inconscio superiore, altrimenti chissà cosa non avrei pensato.
Era un giorno d'inizio estate del 2011 quando rischiai la vita per un scompenso cardiaco, dovuto alla mancanza cronica di sonno e alla vita disordinata cui ero costretta. Ero talmente depressa che rifiutai perfino di andare all'ospedale, il problema si risolse poi da sé, ma cominciò presto una lunga serie di incubi: un processo per anarchia, una prigione durissima, congelamento, botte, tempeste, attacchi d'asma, il tutto ambientato in un contesto molto vecchio, non oltre la metà del Novecento.
Era l'ultima cosa che mi ci voleva in quelle condizioni ma il panico non ha mai avuto la meglio, perché c'era sempre una figura luminosa in mezzo a quell' inferno: molto alto e di una bellezza nobile, un po' patito ma sereno come chi ha vinto su una grave malattia, non dimostrava più di quarant'anni, quarantacinque al massimo.
Nella realtà non conosco nessuno con un simile aspetto, sembrava piuttosto uscito da qualche vecchio film di Hollywood e ogni volta che fossi malata, isolata o che qualcuno cercava di farmi stare male, me lo sognavo di nuovo. Parlava una lingua o dialetto che facevo molta fatica a capire - di certo non era inglese - con una bella voce chiara e non si presentò mai per nome, ma disse di essere il mio avvocato e che mi avrebbe tirato fuori dai guai.
Non credo affatto al channelling, e non mi permetto di pensare che qualcuno tra i santi si smuova per me: Dio mi guardi da una simile presunzione! Sono una persona di scienza e sono convinta che quello che vedevo non era altro che un prodotto del mio inconscio o meglio della sua parte più sana, quell inconscio superiore che tutti abbiamo e che di solito rimane latente per poi risvegliarsi quando c'è n'è bisogno.

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