mercoledì 22 gennaio 2014

Sobornost: una scalata in compagnia

Per molti anni, recitando il credo cattolico, l'affermazione "credo la chiesa" era l'unica che mi potesse veramente colpire. Nella grandissima presunzione che allora mi dominava, guardavo con aria di sufficienza la gente semplice che si affidava alla Provvidenza e invocava con affetto l'uno o l'altro santo patrono. Per me le immagini dei santi, al pari di ogni altra cosa sacra, non erano altro che un segnale di appartenenza a una forma di potere ben radicata e indistruttibile che faceva capo alla curia romana. Anche quando scelsi un'associazione parrocchiale la vedevo solo come il primo gradino di una lunga carriera e non mi importava realmente nè della gente del quartiere, nè tantomeno della patrona.
Anche quando, grazie a Dio, mutai vita, per molto tempo non riuscii a comprendere il sesnso della venerazione dei santi fino ad un giorno del 2009: non un "bel giorno", nè più brutto degli altri, ma senza dubbio bizzarro. Ero in un paese di provincia, costretta all'isolamento contro la mia volontà, senza poter comunicare con nessuno e senza avere, del resto, nulla da dire. Per fortuna c'erano in quella casa dei vecchi libri di storia dell'arte, così mi misi a sfogliarli e quando arrivai al capitolo sul gotico, davanti a un'immagine dell'Annunciazione, mi ritrovai stampato nella mente non un concetto, ma piuttosto uno stile di vita che rientrava in questa definizione: amici di s. Gabriele Arcangelo. Sul momento ho temuto che trovarmi rinchiusa in quel modo mi avesse dato alla testa, eppure quella mia intuizione aveva un senso compiuto ed era anche utile al prossimo.
Fu così che aprii questo blog e man mano che gli davo forma trovavo delle figure di santi da collegare, non più come una bandiera nè con quelle devozioni esagitate che si vedono spesso nei paesi e che mi hanno sempre messo a disagio, ma come ritratti di amici e parenti fotografati nella loro vita quotidiana. In una parola, tutto nel mio sito si doveva svolgere all'insegna dell'amicizia e del buonsenso perchè quello voleva dire "credo la comunione dei santi", ciò che in russo si chiama sobornost: un senso di compagnia molto semplice che non ha nulla a che spartire col "barocco", non solo artistico, tanto diffuso nella chiesa cattolica. E' la stessa impressione che anima il libro che sto curando su una pagina censurata della storia italiana: stavolta non ci sono di mezzo gli angeli, solo un piccolo esercito di uomini coraggiosi, ma il senso di amicizia è lo stesso tra due generazioni distanti che attraverso un libro si tendono la mano. Quei ragazzi avevano i loro eccessi e i loro peccati anche violenti, nessuno li definirebbe dei santi, richiamano casomai alla mente una lunga vecchissima storia, quella della caduta di un'anima smarrita e sola che si capovolge poi in una scalata in compagnia:

"ma fu detto: a ma destra per la riva
con noi venite, e troverete il passo
possibile a salir persona viva."

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