E tu, la più santa delle tombe consacrate, almeno dopo la tomba vivificante del Signore, che fu la culla della resurrezione- io ti parlerò come parlerei a un essere vivente -, dov'è l'oro puro che le mani degli apostoli deposero in te come un tesoro? Dov'è la ricchezza inesauribile? Dove è l'oggetto prezioso ricevuto da Dio? Dov'è la tavola vivente, il libro nuovo in cui ineffabilmente la Parola divina si è inscritta senza l'ausilio della mano? Dov'è l'abisso della grazia, l'oceano delle guarigioni? Dov'è la fonte generatrice di vita? Dov'è il corpo della Madre di Dio, oggetto di tanti voti e tanto amore?
Perché cercate in una tomba colei che fu elevata alle dimore celesti? Perché mi fate domande sulla sua scomparsa? Io non so contrastare la volontà divina. Quando ha lasciato la sindone, che ha santificato anche me impregnandomi di soave profumo e facendo di me un tempio divino, il corpo santo è stato rimosso e se ne è andato, accompagnato da angeli e arcangeli e da tutte le potenze celesti. Adesso mi custodiscono gli angeli; in me dimora la grazia di Dio. Io sono diventata per i malati la medicina che scaccia i mali, io la fonte eterna della guarigione, io la difesa dai demoni; io sono diventata la città in cui trovano protezione tutti coloro che si rifugiano".
Giovanni Damasceno - Sulla dormizione II, 17
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