giovedì 14 febbraio 2013

Libera nos a malo

Sarei curiosa di sapere chi ha tradotto per primo questa frase con "liberaci dal male", e per una volta l'ultimo concilio non ne ha colpa dato che la stessa versione si trova già in alcuni libretti di devozione popolare diffusi nell'Ottocento. Il fatto che un simile strafalcione da prima liceo non sia mai stato corretto mi richiama alla mente un uomo quasi centenario, pubblico peccatore ma con la testa molto meno confusa di tanti teologi, che diceva più o meno così: a pensar male si fa peccato... però ci si azzecca quasi sempre.


Chiunque maneggia dei libri sa che la traduzione migliore è sempre quella presa dall'originale: per i testi sacri è la versione greca, di cui personalmente non capisco una parola ma se tutti i Paesi che si basano sul testo greco parlano di "Maligno", perchè alle nostre latitudini si insegna da centinaia di anni una cosa diversa? Viene il dubbio che la mania del politicamente corretto abbia contagiato per primi i luoghi sacri, al punto da far censurare un nome inquietante che poteva sconfinare nella superstizione e sostituirlo con un generico "male" che può indicare tutto e il contrario di tutto. Ora i cristiani di lingua latina non sono meno intelligenti di quelli slavi, per cui avrebbero capito anche loro le parole originali del Cristo, se solo il parroco di turno avesse spiegato i fatti anzichè sommergere il popolo di chiacchiere... (lo stesso vale per la più celebre invocazione alla Madonna: quando mai una mamma ha un bambino che cresce nel seno? morirebbero tutt'e due per asfissia, non ci vuole un chirurgo per arrivarci...)

E' possibile allora che lo sbaglio non sia dovuto a reticenza, ma a ignoranza bell'e buona? Nel Vangelo infatti sta scritto: "Perchè mi interroghi su ciò che è buono? uno solo è il Buono", così come il suo opposto. Se ancora oggi i teologi discutono sul bene e sul male, è perchè si comportano come tutti gli accademici: confrontano opinioni, teorie, ipotesi... mentre il punto di partenza (in questo caso la Scrittura) rimane su uno scaffale a coprirsi di polvere.

Trasformare uno spirito ben identificato in un concetto morale è il primo passo per spostare il baricentro dala fede alla logica, e chi crede che sia un progresso sta solo lasciando campo libero al Maligno, che può agire indisturbato perchè non c'è nessuno che fa caso alla sua presenza. Pregare nel modo corretto è come curare una malattia: se diciamo "liberaci dal male" ci accontentiamo di trattare i sintomi fino alla prossima fase acuta, ma se chiediamo di essere liberati dal Maligno è possibile sradicare la causa del male.

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