mercoledì 18 maggio 2011

Preghiera mentale

Ieri, ti ho mostrato come pregare coerentemente con il significato della preghiera. Ma questo è solo il principio dell’arte (scienza) della preghiera ed è necessario continuare.
Considera come si studiano le lingue, per esempio. Prima si studiano le parole e le frasi dal manuale. Ma questo non basta, bisogna continuare, e raggiungere davvero il punto in cui possiamo correttamente formare delle frasi in una data lingua senza l’ausilio del libro di testo. Lo stesso capita con l’opera della preghiera.
Per prima cosa, segui la regola di preghiera con i libri di preghiera.
Quando ci abituiamo a pregare con i libri di preghiera, si può iniziare a pregare usando preghiere già scritte dateci dal Signore e dai Santi Padri che riuscirono nella preghiera. Non dovremmo, però, limitarci a ciò, dobbiamo continuare, ed essendoci abituati a chiedere aiuto a Dio con la mente e il cuore, dobbiamo tentare di ascendere a Lui.
Dobbiamo lottare per raggiungere il punto in cui la nostra anima inizia da solo a parlare, per così dire, in una conversazione orante con Dio e, da sola, ascende a Lui e si apre a Lui e confessa ciò che è in essa e ciò che desidera.
All’anima deve essere insegnato come ascendere a Dio e come aprirsi a Lui. Ti illustrerò brevemente come bisogna procedere al fine di riuscire in quest’arte.
L’abilità di pregare con pietà, attenzione e sentimento secondo un libro di preghiera conduce a questo livello più elevato di preghiera. Allo stesso modo in cui l’acqua fuoriesce da un vaso che è riempito troppo, così l’anima che è riempita di sentimenti santi attraverso la preghiera, inizia, da se stessa, a traboccare la sua preghiera a Dio. Ma per fare ciò, ci sono tappe particolari che ogni persona, che avanza su questo cammino, deve fare.
Perché, chiedi, succede che qualcuno preghi per tanti anni con un libro di preghiere eppure non ha ancora la preghiera nel cuore? Credo che la ragione sia che le persone trascorrano troppo poco tempo a innalzarsi verso Dio quando finiscono la loro regola, e altre volte non ricordano Dio. Per esempio, finiscono le preghiere mattutine, e pensano che la loro relazione con Dio si è compiuta; poi passano tutta la giornata al lavoro, e non pensano a Dio. Quando alla sera, il pensiero ritorna loro, essi devono immediatamente mettersi in piedi a pregare e completare la loro regola serale.
Tappe successive
In questo caso, succede che anche se il Signore concede a una persona sentimenti spirituali nel momento della preghiera mattutina, il trambusto e i pensieri del giorno li sommergano. Di conseguenza, succede che uno non sente spesso di pregare, e non riesce nemmeno a controllarsi un po’ per alleggerire il cuore. In una tale atmosfera, la preghiera si sviluppa e matura poco. Questo problema (non è forse onnipresente?) deve essere corretto, vale a dire, bisogna che l’anima non offra petizioni a Dio solo quando prega, ma durante l’intero arco del giorno, più volte possibile, bisogna che si ascenda sempre verso di Lui e si rimanga in Lui.
Prima tappa: invoca Dio più spesso
Per iniziare questo compito, bisogna prima, durante la giornata, invocare Dio più spesso, anche solo con poche parole, secondo le necessità e il lavoro del giorno.
Per esempio, per iniziare qualsiasi cosa, di’ “Benedici, Signore!”. Quando finisci qualcosa, di‘ “Gloria a Te, Signore”, e non solo con le labbra, ma anche con sentimento nel tuo cuore.
Se sorgono le passioni, di’ “Salvami, Signore, annego!”. Se sopraggiungono le tenebre di pensieri che ti molestano, grida: “Libera la mia anima dalla prigione!”
Se si presentano azioni disoneste e il peccato ti spinge verso di loro, prega “Mostrami, Signore, la via”, oppure “Non farmi inciampare”.
Se il peccato ti tiene in ostaggio e ti porta alla disperazione, grida con la voce del pubblicano, “Dio, abbi compassione di me, peccatore”. Fa’ questo in ogni circostanza o semplicemente di’ spesso “Signore, abbi compassione”, “Santissima Madre di Dio, salvaci”, “Santo angelo custode, proteggimi”, o altre simili parole.
Recita tali preghiere più spesso possibile, sforzandoti sempre di far nascere queste parole sempre dal cuore, come fossero spremute. Quando facciamo questo, ascenderemo spesso verso Dio nei nostri cuori, facendo numerose petizioni e preghiere. Questa aumentata frequenza porterà l’abitudine della conversazione mentale con Dio.
Seconda tappa: Attribuisci ogni cosa alla Gloria di Dio
Perché l’anima possa iniziare a chiedere aiuto in questo modo, bisogna prima insegnare all’anima ad attribuire ogni cosa alla Gloria di Dio, tutte le sue opere, sia grandi che piccole. Questo è il secondo modo di insegnare all’anima di rivolgere se stessa in direzione di Dio più spesso durante il giorno, perché se ci applichiamo a compiere il comandamento apostolico, cioè, di fare tutte le cose a gloria di Dio, anche “se mangiamo o beviamo” (1Cor 10,31), allora ricorderemo incessantemente Dio in tutto ciò che facciamo. Il nostro ricordo di Dio sarà realizzato non con negligenza, ma con accortezza, così che in alcun caso agiremo in maniera sbagliata e offenderemo Dio con alcuna azione.
Ciò ci aiuterà a rivolgere noi stesso verso Dio con timore, chiedendo con orazioni aiuto e comprensione. Dal momento che quasi sempre facciamo qualcosa, rivolgeremo, dunque, sempre noi stessi a Dio in preghiera. Di conseguenza, si svilupperà nelle nostre anime l’arte dell’innalzare il cuore in uno stato di preghiera incessante a Dio.
Perché l’anima faccia tutte le cose come devono essere fatte, cioè a gloria di Dio, bisogna prepararsi dal mattino presto, dall’inizio del giorno, prima che “l’uomo esca alla sua opera e al suo lavoro fino alla sera” (Sal 104,23).
Terza tappa: Contemplazione di Dio
Questa inclinazione porta alla contemplazione di Dio, e questo è il terzo modo di insegnare all’anima di volgersi frequentemente verso Dio. La contemplazione di Dio è la pia riflessione sulle proprietà e azione divine e sulla nostra necessaria risposta a esse. Significa riflettere sulla bontà, il giusto giudizio, la saggezza, l’onnipotenza, l’onnipresenza, l’onniscenza di Dio, sulla creazione, sull’opera della Salvezza nel nostro Signore Gesù Cristo, sulla grazia e la parola di Dio, sui santi misteri e sul Regno dei Cieli. Se inizi a riflettere su una di queste cose, la tua anima sarà immediatamente colma di pii sentimenti verso Dio.
Considera, per esempio, la bontà di Dio, e capirai che sei circondato dalla misericordia di Dio, sia fisica che spirituale, e che dovresti essere una pietra per non buttarti ai piedi di Dio riversando sentimenti di gratitudine.
Considera, per esempio, l’onnipresenza di Dio, e capirai che sei sempre dinanzi a Dio, e Dio è sempre dinanzi a te, e dunque non puoi evitare di essere sempre colmo di pio timore.
Considera l’onniscienza di Dio, e capirai che nulla dentro di te è nascosto all’occhio di Dio, e allora sarai severamente attento ai movimento del tuo cuore e della tua mente, per non offendere in ogni modo Dio che tutto vede.
Considera la giustizia di Dio, e crederai che nemmeno una sola azione maligna resterà impunita. Perciò, farai di tutto per pentirti per i tuoi peccati con un cuore affranto e in pentimento di fronte a Dio.
Quindi, qualunque sia la proprietà o l’azione di Dio sulla quale rifletti, quella riflessione riempirà la tua anima con sentimenti e inclinazioni pie verso Dio. Allineerà tutta la tua sostanza umana verso Dio, ed è quindi il mezzo più diretto per insegnare all’anima ad ascendere verso Dio.
Il tempo migliore per far ciò è la mattina, quando l’anima non è ancora appesantita dalle tante preoccupazioni e dagli affanni del lavoro. In particolare, dunque, il momento migliore è quello dopo le preghiere mattutine. Finisci le tue preghiere, siediti, e con pensieri purificati dalla preghiera, inizia a pensare ora a un aspetto divino, e domani a un altro, e tendi la tua anima verso quest’aspetto. “Vieni”, diceva San Dimitri di Rostov, “vieni, santa contemplazione di Dio e facci immergere nella contemplazione delle grandi opere di Dio” ed egli attraversò mentalmente le opere della provvidenza e della creazione, o i miracoli di nostro Signore e Salvatore, o le sue sofferenze, o qualcos’altro, e riscaldò così il suo cuore e iniziò a riversare la anima in preghiera. Tutti possono fare lo stesso. L’opera in sé è piccola: bisogna solo desiderare di farlo e risolversi a farlo. Ma i frutti sono molti.
Sintesi
Ci sono tre maniere di insegnare all’anima ad ascendere in modo orante a Dio, oltre alla regola di preghiera:
1. Dedicare al mattino del tempo alla contemplazione di Dio;2. Attribuire ogni azione alla gloria di Dio, e3. Rivolgersi spesso a Dio con brevi preghiere giaculatorie.
Quando la contemplazione di Dio è sincera, essa lascia un profondo desiderio di pensare a Dio.
Pensare a Dio dona all’anima di poter ordinare attentamente tutte le sue azioni, interiori ed esteriori, e rivolgerle alla gloria di Dio. Al contempo, ciò crea uno stato nell’anima tale che spesso sarà mossa da giaculatorie oranti rivolte a Dio.
Queste tre cose (contemplazione di Dio, fare tutto a gloria di Dio e frequenti giaculatorie) sono le armi più efficaci della preghiera mentale e della preghiera del cuore. Ognuno di loro innalza l’anima a Dio. Colui che decide di praticare queste cose raggiunge rapidamente l’abitudine di ascendere a Dio nel suo cuore. Impegnarsi in queste tre cose porta alle vette. Più in alto si ascende, più ci si sentirà liberi, e più facilmente si respirerà. Quindi: più si fanno questi esercizi, più in alto l’anima salirà, e più in alto l’anima sarà, più liberamente pregherà.
La nostra anima, per natura, è la dimora del mondo divino superiore. La nostra anima dovrebbe sempre stare in questo mondo con i pensieri e i sentimenti del cuore. Ma il bagaglio dei pensieri mondani e le passioni attira l’anima verso il basso. Questi metodi separano, poco a poco, l’anima dalla terra, e poi la allontanano da essa. Quando hanno completamente allontanato l’anima dalla terra, l’anima vive felice nella sua propria regione, in alto.
Qui nel cuore e nella mente, e poi in reale sostanza, l’anima sarà degna di essere davanti al volto di Dio nei cori degli angeli e dei santi.
Possa Dio concedere ciò a tutti voi per mezzo della sua grazia. Amen.
San Teofane il Recluso

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