martedì 28 luglio 2009

Gli angeli nella storia


Quando da principio Dio creò il cielo e la terra e tutte le schiere degli esseri celesti e terrestri, non c’era nessuna creatura capace di tenere insieme la terra e il cielo. Solo Dio poteva farlo, perché era stato lui a dare esistenza a tutto. Ma le creature no, nessuna poteva far parte sia del cielo che della terra. Allora Dio creò l’umanità. L’umanità è l’unica specie di creature che si estende attraverso tutti i mondi della terra e del cielo. Per questo è immagine di Dio.
Ma torniamo alla creazione. Alcune creature celesti, chiamiamoli pure Angeli, avevano avuto da Dio il dono della libertà. Non credo che tutti gli esseri spirituali siano liberi. Ve ne sono alcuni che conoscono Dio e non possono fare a meno di goderne. Sono fatti così, non sono fatti in modo da poter peccare. Ma non sono liberi, e pare che Dio consideri la libertà un valore supremo, al punto che è disposto a rischiare il successo della Creazione pur di non rinunciare a creare libertà. Qualche Angelo non accettò che l’uomo potesse rappresentare l’intero creato e si dedicò a far fallire il progetto divino.
Queste forze avverse all’evoluzione dell’umanità sono bifronti, usano due metodi opposti. Qualcuno, e fra questi anche Steiner, li ha personificati in due entità avverse: Lucifero e Arimane. Io non so se sono due, o più di due, o uno solo con due facce. L’importante è saperli riconoscere. Arimane avversa il compito dell’umanità nascondendo il mondo divino, e persino il mondo spirituale, ai suoi occhi. Arimane vuole che l’uomo si riconosca come creatura terrestre, solo terrestre, solo materiale, e che non rivolga neppure lo sguardo al cielo. Lucifero invece vuole che l’uomo riconosca la propria divinità e non accetti di essere limitato. Vuole che l’uomo ignori le leggi della natura terrestre e riconosca solo la legge che egli stesso si dà.
Negli ultimi due secoli Arimane ha compiuto il massimo sforzo. Aveva cominciato con l’umanesimo a far volgere gli occhi dell’uomo alla terra, poi ha combattuto le concezioni neospiritualiste di Ficino, Pico, Bruno, Campanella e dello stesso Erasmo. La caccia alle streghe, questo risvolto infame del nascente spirito scientifico, è stata la prima manifestazione degli orrori di cui è capace Arimane. Ma gli orrori non sono l’unico aspetto. Egli è capace anche di cose rispettabili. Orientando le energie dell’uomo verso il mondo terrestre ha suscitato lo spirito scientifico, ha lanciato la grande campagna propagandistica dell’illuminismo, ha agitato davanti agli occhi di tutti il mito del progresso scientifico. Per quasi un secolo, fino alla bomba di Hiroshima, gli uomini hanno creduto che la scienza li avrebbe liberati da ogni male. Il materialismo, questa dottrina basata su un’immagine molto riduttiva dell’uomo, divenne per miliardi di uomini una nuova bandiera.
La strage degli innocenti fu opera sua più che di Erode, perché egli voleva cancellare l’Uomo divino. E questa è la matrice di tutte le stragi, che non riconoscono il valore assoluto che si trova in ogni uomo, proprio come essere più che terrestre. Una delle ultime opere di Arimane, credo la peggiore dopo la strage degli innocenti, fu il genocidio degli ebrei. Gli ebrei con il loro solo esistere ricordano che il loro popolo fu un ponte tra Dio e l’umanità, anzi, tra Dio e il pianeta Terra, o forse, tra Dio e l’intero universo fisico.
Fallito il genocidio degli ebrei, Arimane tentò la carta decisiva: la distruzione dell’umanità. E orientò gli sforzi degli esseri umani verso l’autodistruzione. Alla fine degli anni settanta di questo secolo c’erano armi nucleari sufficienti a distruggere il pianeta molte volte. Per ingannare Arimane la luce divina si nascose dove nessuno lo avrebbe mai pensato: nel cuore del capo del KGB, Mihail Gorbaciov. Eppure Arimane avrebbe potuto sospettare, se avesse posto attenzione al fatto che al momento della nascita quell’uomo era stato posto sotto la protezione di Michele. Gorbaciov fu lo strumento di Michele per sventare il piano di Arimane. Spodestato dalla posizione di Primo Nemico, Arimane si è dato a sconvolgere la Jugoslavia. Ma per quanto terribile, quel che è successo laggiù non è che il colpo di coda di un demone decaduto. Almeno per ora.
Il lavoro di Arimane fu la più beffarda delle sconfitte. L’umanesimo voleva distogliere gli occhi dai precetti religiosi, - quelli, per esempio, che prescrivevano le forme rigide dell’arte sacra - ma solo perché l’uomo potesse accorgersi, più tardi, che tutta l’arte è sacra, perché rinvia a un Altro che sta dietro l’oggetto rappresentato. L’illuminismo, il positivismo, lo scientismo, lo stesso materialismo non facevano che portare nel cuore della materia, sempre più in profondità, la luce divina dello spirito umano.
da Carlo Crocella, Il Cattolico e il Mago, ed. Appunti di Viaggio, Roma 2000

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